Il M5S fa cadere il numero legale: scontro in Aula, seduta rinviata di 24 ore

Il destino ci ha messo lo zampino, l’inesperienza dei 5Stelle ci ha messo il resto e quello che probabilmente voleva essere un modo per evidenziare ai colleghi il peso numerico del gruppo si è rivelato in un incidente di percorso che però ha fatto saltare una seduta di notevole importanza.

La seduta era stata convocata per le 15.30, ma per oltre un’ora i lavori non sono iniziati perché i consiglieri erano ancora pochi.

ll caos scoppia alle 16.38 quando dopo l’ultimo cognome pronunciato per il contrappello degli assenti il presidente pronuncia la frase: manca il numero legale la seduta è aggiornata a domani alle 15.30.

In quel preciso istante stava entrando in blocco l’intero gruppo del M5S, ormai troppo tardi, una frazione di secondo che non è bastata per cambiare il corso della seduta. Ed è scoppiato il finimondo perché i 5stelle per tutto il primo appello per tutto il controappello non risultavano in Aula.

In realtà il più giovane dei consiglieri pentastellati, Paolo Mangano, aveva anche inserito il tesserino, ma lo ha tolto 13 secondi dopo che è iniziato l’appello, decidendo quindi di uscire dall’Aula.

Insieme a tutti gli altri è rientrato alle 16.38, scatenando le ire dei colleghi che hanno accusato il M5S di voler fare “giochetti d’Aula” probabilmente riusciti male.

Sia chiaro, l’onere del numero legale in Aula in questo momento spetta a chi ha interesse a votare il Riequilibrio, quindi non ai 5Stelle che si stanno astenendo o votando contro. Ma se l’intento del Movimento era quello di fare vedere al resto del Consiglio che il peso numerico è indispensabile per il numero legale, arrivando a “pelo” in Aula, hanno sbagliato per un secondo di troppo.

E la frittata era fatta.

Nel frattempo infatti era accaduto che il vicepresidente del consiglio, Nino Interdonato, in assenza della segretaria generale Carruba, aveva iniziato l’appello e il controappello, dai quali era emerso che il gruppo a 5stelle voleva risultare assente per poi entrare “in blocco”.

In corner è arrivata la Carrubba che ha provato a risolvere la querelle ma il rischio che tutti gli atti votati sarebbero stati esposti a impugnative ha comportato un’analisi della situazione.

Mentre volavano gli stracci tra i presenti che si accusavano a vicenda, la Carrubba ha quindi pronunciato la sua decisione spiegando l’accaduto.

E’ il segretario generale che deve fare l’appello nominale- ha spiegato- ma in quel momento io non ero in Aula e sono entrata al momento della fine del contro appello. Dalla rilevazione elettronica risulta che quando i presenti erano 17, validi quindi per aprire la seduta ed è stato iniziato l’appello, il consigliere Paolo Mangano (M5S) esattamente 13 secondi dopo ha estratto il tesserino uscendo dall’Aula. Il numero dei presenti è quindi sceso a 16, il numero legale è caduto e la seduta è stata aggiornata a domani

Impossibile mettere la toppa all’accaduto. In Aula ci sono stati scontri verbali tra i presenti, Massimo Rizzo e Salvatore Sorbello hanno contestato ai 5Stelle di voler fare tattica e strategia “ma non potete giocare sulla pelle della città”.

Il sindaco si è detto “basito, ognuno si assuma la sua responsabilità”. I 5stelle dal canto loro hanno ribadito di non aver avuto alcuna strategia e che in ogni caso le assenze erano anche nel centro destra, ma non hanno spiegato perché sono entrati in blocco un’ora dopo l’orario fissato per la seduta e sul filo del rasoio causando il patatrac.

A smorzare i toni ci ha provato Salvatore Serra: “I 5stelle erano con me, siamo entrati tutti insieme non c’era nessuna strategia”.

Mentre Alessandro Russo fa notare che l’onere del numero legale spetta a chi è favorevole all’approvazione e non a chi in questo momento è sull’Aventino.

In serata il M5S ha chiarito i fatti con un comunicato: “La domanda che ciascuno dovrebbe porsi non è dov'erano i consiglieri del Movimento 5 Stelle, né tantomeno dov'èra il consigliere Paolo Mangano all'inizio dei lavori, ma dove fossero tutti gli altri consiglieri che hanno finora condiviso ogni decisione del Sindaco e che pretenderebbero, oggi, una stampella da parte nostra. Il Movimento 5 Stelle esprime rammarico per l'increscioso episodio verificatosi all'inizio dei lavori dell’Aula. Durante tutto il corso dei lavori abbiamo mostrato il senso della più responsabile azione e appartenenza alle istituzioni, pur condividendo poco o nulla del percorso tracciato dall'attuale amministrazione. Il tentativo di sferrare un attacco al Movimento da parte di chi aveva direttamente la responsabilità, non soltanto dei lavori di Aula, ma anche delle approvazione delle delibere, risulta a dir poco pretestuoso, e dimostra la totale inconsistenza politica di questa maggioranza. È bene chiarire che l'allontanamento del consigliere Mangano non è stato un espediente voluto ma è avvenuto solo dopo che lo stesso si era assicurato, chiedendo al Presidente Claudio Cardile, la presenza del numero di consiglieri necessario in Aula. Una volta avuta rassicurazione in tal senso si è allontanato per far entrare i propri colleghi, avvisando contestualmente lo stesso presidente. Anche oggi, infatti, il Movimento era presente al Palazzo per partecipare a questa giornata di lavori d’aula e dare il proprio apporto sul piano del confronto democratico. Non è tuttavia compito né responsabilità dell’opposizione garantire la maggioranza d’Aula

Morale della favola: la seduta, fondamentale (erano all’ordine del giorno i provvedimenti su Atm e Messina servizi bene comune), è saltata.

Domani sarà una corsa contro il tempo perché entro le 20 dovranno essere votati 13 provvedimenti che saranno allegati al Piano di riequilibrio da inviare al Ministero entro mezzanotte.

Nel corso di una seduta di capigruppo si è deciso di contingentare i tempi per dare modo dalle 15.30 alle 20 di esaminare tutti gli atti. Impresa impossibile. Alcune delibere, saranno discusse successivamente (forse domani dopo le 20). Restano in gioco quelle sull’Atm e il parere della segretaria generale sulla Messina Servizi Bene comune, nonché quella sulla differenziata. In totale circa 13 ma è chiaro che in poco meno di 5 ore non ci sarà modo di esaminare come sarebbe doveroso tutti gli atti.

Rosaria Brancato