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Piazza De Nava, il Comitato vuole l’Assemblea civica prevista dallo Statuto comunale

REGGIO CALABRIA – L’ultima assemblea del Comitato civico per la tutela e il restauro conservativo di piazza De Nava, resasi necessaria per gli ultimi sviluppi della vicenda relativa al progetto di demolizione della storica e centralissima piazza reggina, portato avanti dalla Soprintendenza reggina «col tradimento della sua mission di tutela e restauro», ha registrato l’adesione al Comitato di altre rappresentative sigle associative cittadine. Tra queste, da segnalare: Laboratorio Politico Patto Civico, Fondazione Girolamo Tripodi, Circolo Apodiafazi, Istituto del Nastro Azzurro, Nuovo Umanesimo, Movimento Civico Rheginon, Rete Comitati e vari Comitati di Quartiere, tra cui Eremo e Centro Storico G. De Nava, Laboratorio Politico Società Aperta.

Deciso il “richiamo” a sindaco e Giunta

Analizzata la palese conflittualità tra i deliberati del Consiglio comunale aperto tenutosi il 31 gennaio del 2022 e la richiesta di avvio dei lavori di demolizione della piazza posta dalla Soprintendenza reggina all’Amministrazione comunale, si è deciso di richiamare il sindaco e la Giunta al rispetto degli impegni assunti in quella data.
La delibera, infatti, assunta in piena unanimità e rispondente pertanto alla volontà della quasi totalità della cittadinanza, oltre a chiedere il posticipo dell’inizio dei lavori al 2023, prevedeva la tutela dell’identità storica della piazza e un’interlocuzione con i soggetti sociali interessati.

Ciò non è avvenuto: non vi è stata interlocuzione tra le parti e, soprattutto, non è stata portata alcuna modifica al progetto esecutivo che prevede la demolizione dell’impianto storico della piazza con la perdita definitiva di un importante pezzo di memoria collettiva, di storia cittadina e di identità dei luoghi.

Quel voto unanime. E quei quesiti senza risposta

«La Fondazione, il Comitato e le Associazioni, ribadite le loro posizioni sull’etica politica, sull’estetica urbanistica e sull’identità storica dei luoghi, si sono posti alcune domande: l’Amministrazione comunale può concedere il nulla osta all’inizio dei lavori di demolizione in presenza di un deliberato unanime del Consiglio comunale che dispone la tutela dell’identità storica della piazza? In che modo si può obbligare il Sindaco f.f. a ottemperare ai suoi doveri nei confronti della cittadinanza che si è chiaramente espressa tramite il Consiglio comunale? Cosa fare in caso di palese condotta del sindaco irrispettosa della volontà del Consiglio, che aveva impegnato sindaco e Giunta a fare ciò che non è stato fatto?

Verso l’Assemblea civica, come da Statuto

A queste domande l’unica strada praticabile, oltre alle iniziative legali, è quella di rendere cogente l’articolo 20 dello Statuto comunale che espressamente prevede per questi casi il ricorso a un’Assemblea civica, indetta su richiesta di 400 cittadini o di cinque associazioni iscritte all’Albo comunale o di 10 consiglieri comunali.

In sintesi, l’orientamento è stato quello di tentare di attualizzare il pensiero espresso da Salvatore Settis sul tema: l’indispensabilità di una consultazione popolare per ristabilire in città la legalità e le regole di un civile e democratico confronto, compromesso dal poderoso vulnus democratico che si è determinato con l’orchestrare sconquassi urbanistici in segrete stanze.