MESSINA – “Il mio locale è aperto e ho fatto richiesta per entrare nel procedimento di rottamazione dela cartella. Rimane il tema su come aiutare i commercianti in difficoltà in un territorio a cui il Covid ha dato un colpo spesso mortale. Nel nostro territorio circa 350 sono le piccole e medie imprese che vivono questo problema, puntando sulla rateizzazione. C’è chi deve scegliere se pagare i dipendenti o i contributi”. Carmelo Picciotto, presidente della Confcommercio di Messina, commenta così la notizia dei debiti di diecimila euro che potrebbero portare a una sospensione del’attività di somministrazione di alimenti e bevande, da parte del Comune, in merito al suo locale, La dolce vita”.
Precisa Picciotto: “Non ero a conoscenza di procedimenti a mio carico. Nell’interlocuzione avuta con l’ufficio tributi, sono venuto a conoscenza di una cartella a mio carico. Debiti antichi, e ho chiarito con l’Agenzia delle entrate, ma ho dovuto incaricare un mio esperto amministrativo per andare alla radici del debito. Tra tributi rifiuti e pubblicità, la data dovrebbe essere 2011. La mia attività, con partita Iva, ha una continuità di 33 anni e non ho mai azzerato nulla. Mi sembra un successo”.
Come presidente di Confcommercio, come valuta la situazione di piccole e medie imprese nel settore dei servizi? Per Picciotto, “manca la liquidità e i prestiti dati in precedenza si cominciano a pagare. Io, ad esempio, ho fatto tre assunzioni e, in generale, nella provincia di Messina dovrebbe esserci un aumento della forza lavoro intorno al 10/15 per cento. Il nostro territorio è depresso dopo il Covid, non avendo industrie, e voglio creare una commissione per studiare come incentivare chi vuole fare impresa qui. L’anno scorso hanno chiuso a Messina 750 aziende. L’imprenditore, se non riesce a investire qui, se ne va all’estero. Noi dobbiamo portarlo nel nostro territorio, creando le condizioni per investire”.
Per Picciotto, “è nelle piccole e medie imprese che c’è la difesa del made in Italy, sia come posti di lavoro, sia come fatturato, nel nostro territorio c’è stato un recupero intorno al 10-15 per cento. A livello nazionale abbiamo un aumento del 25 per cento nella ristorazione ma dipende dai territori, ovviamente. Una parte del fatturato è mangiata dall’inflazione. L’obiettivo è fare aprire più imprese possibili, usufruendo degli aiuti regionali che arriveranno. Il Comune cosa porebbe fare? Posticipare al 2024 le varie rate ma comprendo le esigenze legate al bilancio e al piano di riequilibrio. Già che ci sia un regolamento che ti consente di rateizzare in 36 rate è un fatto positivo. Dobbiamo fare squadra insieme: resilienza delle imprese, innovazione digitale e investimenti sono necessari sul modello Emilia e Veneto, dove sta crescendo di più il turismo e gli imprenditori sono protagonisti in un rapporto forte con le istituzioni”.