MESSINA – Tutti a ballare, saltare e cantare a squarciagola. Il popolo dei “Giovani Wannabe” dei Pinguini Tattici Nucleari ha infiammato il PalaRescifina. Era la prima data sold out a Messina, stasera la band farà il bis. Sono arrivati da tutta la Sicilia e dalla Calabria per assistere alla chiusura del loro tour nei palazzetti. Era l’ultimo dell’anno per il gruppo musicale ma il primo concerto della stagione per Messina.
Da giugno partirà un mese in cui allo stadio di San Filippo si canterà per 7 serate. Si inizia con Geolier il 15 giugno, poi Ultimo il 28, Zucchero il 30 e poi 3 luglio Negramaro, il 6 Sfera Ebbasta e il 9 Max Pezzali. Insomma in quei 20 giorni Messina sarà protagonista nel mondo della musica italiana.
Intanto la prima serata dei Pinguini al PalaRescifina ha fatto rivivere le emozioni di novembre con le due date messinesi di Ligabue. Per la band è stato un grande ritorno in città, dopo il successo dello scorso luglio al “Franco Scoglio”. Il cantante Riccardo Zanotti è salito sul palco salutando il pubblico e intonando “Scrivile scemo”, seguito dai presenti in platea e sugli spalti che hanno cantato a squarciagola tutte le canzoni. Insieme ai tanti bambini presenti, accompagnati dai genitori, tutti con le fasce e le bandane con il nome della band. Poi “Scooby doo” e “Verdura”.
“In questa città stiamo per chiudere un tour incredibile, è un finale grandioso. Ma pensiamo anche a quanto sarà difficile per noi da domani tornare alla vita di tutti i giorni”, ha detto Zanotti prima di lanciare la terza canzone. E cita i versi dell’Ode al carciofo di Pablo Neruda, perché “tutto ha una data di scadenza anche la verdura”.
Ed è sul palco del PalaRescifina di Messina che il chitarrista del gruppo, Lorenzo Pasini, compie 30 anni. “E’ un onore festeggiare il mio compleanno con voi, facendo quello che amo nella vita“, ha detto Pasini emozionato. E tutti in coro hanno cantato “Tanti auguri a te”.
Poi il momento tatuaggio. Il frontman invita sul palco una ragazza, la fortunata Serena, per un tatuaggio live. Sulle note del brano “Hold on”. La giovane poi torna al suo posto, in platea, a festeggiare il momento con le amiche. E poi una parte del palco si alza e i musicisti Elio Biffi, Matteo Locati, Nicola Buttafuoco e Simone Pagani rimangono sospesi a mezz’aria con i loro strumenti.
Poi la dedica a chi ha perso la casa e alla Palestina. Tramite i versi dello scrittore palestinese Mahmoud Darwish. “Mentre stai per tornare a casa, casa tua, pensa agli altri, non dimenticare i popoli delle tende. Mentre dormi contando i pianeti , pensa agli altri, coloro che non trovano un posto dove dormire. Mentre liberi te stesso con le metafore, pensa agli altri, coloro che hanno perso il diritto di esprimersi. Mentre pensi agli altri, quelli lontani, pensa a te stesso, e dì: magari fossi una candela in mezzo al buio”. Un momento reso ancora più emozionante grazie al suono delle chiavi che tutti i presenti hanno tirato fuori dalla tasca per suonare all’unisono. Perché, come ha detto Riccardo Zanotti, “tutti abbiamo sempre con noi uno strumento musicale ma non lo sappiamo”.
Poi con “Hikikomori”, “Freddie”, “Scatole” e “Giulia” il momento country del concerto in cui tutta la banda sedeva intorno ad una tavola apparecchiata con una tovaglia quadrettata. E subito dopo il colpo di scena: il cantante spunta a sopresa in mezzo al pubblico della galleria. Seguito dagli uomini della sicurezza che dopo pochi secondi l’hanno riaccompagnato sul palco. Dove nel frattempo era apparsa una grande gabbia.
Un esercizio di empatia che la band ha voluto fare col pubblico. “Abbiamo portato una prigione sul palco, ci vedremo in modo sfocato, così quello che non arriva con l’occhio arriva con la voce”, dice Riccardo. Questo per lanciare il brano dal titolo “Ricordi”, dedicato a chi convive con la malattia dell’Alzheimer. “Una malattia assurda, che tocca un po’ tutti da vicino e di cui non si parla abbastanza nelle canzoni o nei film”, ecco come è nata questa canzone. E l’emozione aumenta con la comparsa sul palco di due ballerini, vestiti di nero, uniti in un passo a due.
Per chiudere il concerto le tre canzoni più conosciute della band. “Ringo starr”, “Fuori dall’hype” e “Pastello bianco”. E qui l’ultimo aneddoto, dedicato proprio alla genesi di quest’ultimo brano. Che parla della fine di una storia d’amore, una storia raccontata al cantante della band in una lettera ricevuta anni prima. “Nel finale della lettera c’era un p.s. in cui mi veniva chiesto di scrivere una canzone ispirata a questa storia”, racconta. Ma quello che più ha colpito Riccardo è stato il secondo post scriptum, quello in cui la protagonista racconta che l’amato le aveva insegnato “la differenza fra le ciliegie e le amarene”, che poi è il celebre verso finale della canzone. Ed è cosi, fra applausi, fiaccole e torce dei cellulari accese, che i Pinguini Tattici Nucleari salutano Messina.
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