Quest’anno è stato scandito da due momenti fondamentali per la Cristianità. Ci trovavamo nel tempo pasquale, all’inizio di un periodo terribile, convulso, sorprendente in cui prevaleva la Speranza, anche se successivamente ci siamo resi conto che era in buona parte mal riposta. Ma era l’ottimismo della Fede, della Rinascita, della nostra imperitura Resurrezione, non della Ragione. L’abbiamo scoperto in seguito, a nostre spese. Ora, a fine anno, a scadenze capovolte, ci confrontiamo con la nostra voglia di Nascere.
Ma ora, e il nostro Signore ci aiuti, facciamo fatica a far prevalere l’ottimismo. Facciamo i conti con la nostra stanchezza. Si alternano sconforto e scetticismo, mentre ognuno di noi si confronta con la precarietà del mondo del lavoro, con i nostri ragazzi che vanno e vengono dalla Scuola, con i diagrammi e le statistiche sanitarie che dovrebbero inculcarci una nuova speranza. Insomma ci si affida sempre di più alla attendibilità della Scienza, seppur assai imperfetta, come ne abbiamo avuto la conferma. E noi, cosa facciamo? Mentre prevale sempre di più l’incertezza. Si può ragionare a mente fredda mentre la casa brucia ?
Sono state dette tante cose, forse troppe e non sempre pertinenti in merito agli eventi straordinari che stiamo attraversando tutti assieme. Una in particolare appare più appropriata. Ci troviamo in uno di quei momenti storici di passaggio epocale, come è successo altre volte nella storia dell’Umanità, i cui contorni abbiamo incominciato già ad intravederli e bastava saperli interpretare, e i cui effetti siamo obbligati ad individuarli da subito. Quindi capacità di discernimento, immediatezza di analisi, appropriatezza di soluzioni da mettere in campo. Il metro di misura è inevitabilmente la velocità del virus di propagarsi. Sembra volerci dire, come un folletto bizzarro, furbone che si prende gioco di noi : e voi, cosa siete capaci di mettere in moto per contrastarmi ? Quindi occorrono risposte immediate, concordate e rivolte nella stessa direzione. Ma i nostri comportamenti, come i ragionamenti, appaiono sempre più inappropriati. Basterà il nostro isolarci da una parte e il vaccino dall’altra a fare giustizia dei nostri tanti errori passati ? Noi siamo sempre gli stessi, nei nostri sentimenti, nei nostri rapporti, nella ripetitività dei nostri gesti. Sono gli eventi che cambiano, anche in modo sostanziale. Forse potevamo pensarci prima e cambiare prima il nostro comportamento e forse no. Ma era “quello” il momento ! Dopo ci sono i rimpianti e intanto tutto cambia di nuovo. E intanto, tutto diventa ancor più difficile ! Da interpretare. Per le energie da mettere in moto. Per la nostra capacità di resistenza, individuale e collettiva. Dove ci troviamo ora ? Dove siamo finiti ? Ci chiediamo come ridestati da un sogno inimmaginabile, anzi da un incubo. Ma se ci guardiamo bene dentro, ci appartiene. Forse anche il virus ha i contorni di un volto conosciuto, magari confuso tra sfumature inquietanti.
Lasciamo dunque che tutto avvenga, anche se il prezzo da pagare sarà elevato ! E non è importante quel che saremo “dopo”. E’ già fondamentale “come” ci ritroviamo oggi. Dovremmo pensare che oggi ci viene offerta un’altra possibilità. Dobbiamo saper accettare la sfida ! Se siamo più consapevoli di prima, cerchiamo allora di impegnarci di più e meglio, a cambiare qualitativamente, noi stessi e la nostra società. Altrimenti, che si abbia la decenza di tacere, mettendo da parte stupide e banali giustificazioni, che suonano come lacrime di coccodrillo. Tutto fa pensare che non vi sarà un’altra opportunità. Questo è il Tributo, necessario, irrituale, fuori dalle scadenze del calendario, da pagare a noi stessi, alla nostra Specie, al nostro Credo, alla nostra Speranza, al nostro Natale.
Natale 2020 Pino Currò