Il Commissario Aronica ha bocciato la tanto discussa Tabella H inserita nella finanziaria regionale. I 24 milioni di euro destinati a 135 tra enti e associazioni restano bloccati. "Non sono stati applicati criteri di trasparenza e valutazione".
Non a caso nelle ultime settimane era stata ribattezzata come “famigerata”. La Tabella H che l’Ars aveva votato nella lunga notte tra il 30 aprile e il 1 maggio, inserita nella finanziaria regionale, aveva provocato scontri in aula, opposizioni forti da parte di deputati che non volevano dire sì a quella ripartizioni di contributi a pioggia stilata senza confronto e dibattito. 24 milioni di euro destinati a 135 tra enti e associazioni che da più parti erano stati definiti il ritorno delle solite clientele alla siciliana. Il primo no deciso era arrivato però da uno dei beneficiari della Tabella H. Antonio Presti, il mecenate di Fiumara d’Arte, aveva immediatamente rinunciato al contributo di quasi 80mila euro. «Un atto politico per il rispetto della Cultura contro una politica incapace di assumersi la responsabilità di un cambiamento vero», così aveva motivato la sua scelta.
Adesso però un no alla Tabella H molto più pesante arriva direttamente dal Commissario di Stato Carmelo Aronica che, esaminando la finanziaria, ha bocciato 21 dei 77 articoli presenti nel documento, non risparmiando il 74, quello appunto della controversa Tabella H.
"Né dal testo della norma, che contiene con un mero elenco di destinatari e di importi ripartiti, né dai lavori preparatori della legge, come prima prospettato, emerge la ratio giustificatrice di ogni caso concreto non risultando pertanto che l’Assemblea regionale abbia osservato criteri obiettivi e trasparenti nella scelta dei beneficiari dei contributi. La norma, – prosegue il testo dell'impugnativa – secondo quanto affermato da codesta Corte su un caso similare deciso con sentenza n. 137 del 2009, si risolve in un percorso privilegiato per la distribuzione di contributi in denaro, con prevalenza degli interessi di taluni soggetti collettivi rispetto a quelli, parimenti meritevoli di tutela, di altri enti esclusi, ed a scapito quindi dell’interesse generale”.
Non ci sono dunque dubbi, per il Commissario di Stato è mancato un lavoro preparatorio di redazione della Tabella che tenesse in considerazione tutte le realtà siciliane che si spendono in attività legate alla promozione culturale, all’interesse sociale. Non sarebbero stati applicati dunque parametri di uguaglianza, trasparenza e reale comparazione e valutazione delle situazioni di chi è stato riconosciuto beneficiario con quelle delle altre istituzioni che operano negli stessi settori in Sicilia. Ciò non vuol dire certo che chi ha trovato un finanziamento non sia degno di riceverlo. Ma serve trasparenza, questo in sostanza il motivo della bocciatura. Naturalmente non si può non rilevare il significato che assume questo provvedimento. Significa chiudere con quel sistema che da sempre ha elargito somme e finanziamenti attraverso i soliti criteri.
Il primo grazie per il Commissario di Stato non poteva non arrivare da colui che per primo aveva rispedito al mittente quella Tabella H. Antonio Presti parla di vittoria politica della cultura. “Ora la politica colga l’occasione per cambiare rotta e restituire dignità e bellezza alla Sicilia». Il ringraziamento di Antonio Presti si allarga a quanti, cittadini, artisti, amministratori pubblici, associazioni, stampa, hanno apprezzato, sostenuto e data ampia eco alla sua scelta di rottura con un sistema di erogazione dei fondi per la cultura, che nulla ha a che fare con la meritocrazia; e che, anzi, mortifica e ignora con scelte scellerate tante realtà siciliane d’eccellenza. «La società è viva – dice Presti –. C’è un sistema bello, fatto di persone per bene e di buon senso, in grado di dare l’esempio ad una politica arrovellata su se stessa che ha un solo modo di riscattarsi: mettersi davvero al servizio della collettività».
«Adesso – propone Presti – sarebbe giusto istituire una commissione tecnica al fine di poter stabilire insieme con la Regione il criterio e i modi per poter aprire un dialogo con il mondo culturale siciliano. Questa commissione potrebbe essere composta da rappresentanti delle varie arti e discipline, affinché ognuno possa portare con la propria testimonianza contributi autentici e onesti, per far sì che i prossimi finanziamenti alla cultura possano arrivare all’anima della eccellenza e non a quella della mediocrità di turno».
Un altro grazie ad Aronica arriva dal Circuito Musicale Siciliano composto da numerose associazioni di Catania, Palermo, Caltanissetta, Trapani e anche la Parthenia di Messina. “Da anni contestavamo l'ingiusto inserimento della L.R. 44/85 sulla musica in Tabella H e i continui tagli che hanno ridotto il nostro settore allo stremo. Continueremo adesso a batterci contro il clientelismo e la cattiva politica in difesa dei valori della cultura e per una più giusta distribuzione delle risorse. Perché vadano a chi davvero le merita secondo criterì di qualità, efficienza e trasparenza”.
(Francesca Stornante)
ma a Germana’ non bastano i soldi che ha,che vuole anche i soldi della regione per il suo Castello di Brolo?. Crocetta,cominci con l’inciucio anche tu?