Esposizione di carrozze storiche, un punto per la gastronomia di prodotti tipici siciliani, un centro sportivo, il teatro stabile dell’opera dei pupi, una sede per i canterini peloritani, un museo permanente di modellismo dei trasporti, giochi per bambini, un museo e un laboratorio per la costruzione di strumenti musicali popolari, l’artigianato e l’antiquariato siciliano, una scuola di danza, cartelloni turistici, una mostra permanente di arti contemporanee.
Proviamo ad immaginare il quartiere fieristico con tutti questi “contenitori” e pensiamo che queste sono solo alcune delle richieste pervenute all’Autorità Portuale per l’utilizzo delle aree interne. Non tutte potranno essere accettate ed andranno effettuate valutazioni approfondite.
Proprio per questo, durante la seduta odierna del Comitato Portuale, è stato stabilito di farne una ad hoc, il prossimo 9 maggio. “Ho portato a conoscenza di tutti quant’è stato realizzato all’interno della fiera fino alla riapertura – ha spiegato il presidente dell’Autorità Portuale, Antonino De Simone -. Siamo tutti soddisfatti del successo che sta riscuotendo l’iniziativa. Concordiamo nel puntare sulla valorizzazione anche delle aree interne ed esamineremo attentamente le istanze che continuano a pervenire”.
Sulla vicenda, abbiamo ascoltato anche l’assessore provinciale e componente del comitato portuale, Michele Bisignano: “Teniamo presente che ci dev’essere una certa compatibilità. Servono iniziative culturali che possano creare sviluppo e occupazione e restituire l’area ai cittadini con attrattive valide. Bisognerà vedere anche quali padiglioni saranno agibili e sarà quindi necessario un monitoraggio delle strutture realmente utilizzabili”.
Durante la riunione, è stato anche approvato il conto consuntivo 2012, con un avanzo di amministrazione che si aggira intorno ai 50 milioni di euro. “L’Autorità Portuale – spiega ancora Bisignano – è l’unico ente che ha una gestione oculata e che può spendere, ma di certo non deve farlo a caso. Svolge anche un ruolo di supplenza nei confronti di altri enti che non hanno dimostrato le stesse capacità. Questi soldi vanno spesi alla luce di una progettualità che deve riguardare la zona falcata, l’area della fiera, i porti di Messina e Milazzo ed altri elementi inseriti nel piano regolatore portuale”.
Piano regolatore portuale, a proposito, il cui iter è in fase di ripartenza in attesa dell’approvazione della Valutazione Ambientale Strategica e della Valutazione d’Impatto Ambientale. A breve, il segretario generale Francesco Di Sarcina parteciperà ad un incontro ministeriale per tentare di velocizzare le procedura.
Domani, intanto, sarà una giornata importante su un altro fronte: quello della nuova concessione per la rada San Francesco. E’ in programma una riunione con il Comune e la Provincia per valutare la migliore strada da seguire. “E’ una situazione che deve prendere in mano la politica – afferma De Simone -. Bisogna capire che a Messina c’è un’emergenza. Lo abbiamo fatto presente a Roma e continueremo a ripeterlo con forza in tutti i tavoli. Il nuovo Governo nazionale dovrà venirci incontro, ad esempio con l’assunzione di più vigili urbani, che possono migliorare la situazione. Purtroppo, fin quando non sarà completato il porto di Tremestieri, non possiamo fare a meno della rada San Francesco, tranne che non si voglia abbandonare il traffico marittimo, ma questo significherebbe anche abbandonare tante famiglie che lavorano e vivono di questo”.
E la Provincia, tramite Bisignano, è sicuramente concorde con De Simone: “Dopo due incontri propedeutici in cui sono emerse posizioni contrastanti, domani sarà il momento delle proposte – afferma l’assessore provinciale –. Finora il traghettamento è stato visto solo come un discorso locale messinese, abbiamo il servizio e la schiavitù verso i mezzi pesanti. L’unico interesse mostrato nei confronti della città ha riguardato l’ordinanza di protezione civile ministeriale per l’emergenza traffico, ma non è stata più rinnovata. Oggi, invece, se possibile, l’emergenza è ancora più attuale rispetto al 2006. La nuova concessione dovrà essere di breve durata perché bisogna concentrare tutto definitivamente sul completamento di Tremestieri”.
Ed è proprio sul governo regionale e su quello nazionale che Bisignano focalizza il suo pensiero: “La comunità messinese paga le conseguenze per assicurare la continuità territoriale e il transito dei tir che trasportano merce dal resto del Paese in tutte le province siciliane e viceversa. Se non ci fosse quest’attracco, in centro città per scelte fatte in passato, questi collegamenti dovrebbero essere fatti da altre sedi, con forte aggravio di costi. Il contesto, dunque, non è certamente solo messinese. E’ un problema di carattere nazionale ma abbiamo registrato la totale assenza dello Stato ed anche del governo regionale, come se il problema non lo riguardasse”.
Se Messina piange, Milazzo non ride. Il problema viabilità è molto sentito, pur se in maniera minore, anche nella cittadina del capo. Si discute della proposta dell’Autorità Portuale di realizzare un tunnel che colleghi il porto direttamente all’asse viario. E mentre si discute, saltano le ipotesi di realizzare i collegamenti marittimi con Gioia Tauro e Gaeta. Sul fronte crocieristico, almeno quello, una bella notizia. Lunedì 29 aprile, a Milazzo, attraccherà la Costa Classica, grande nave da 220 metri della compagnia genovese.
(Marco Ipsale)