Cronaca

Pista ciclabile sul viale S. Martino e mobilità: le abitudini possono cambiare

Su autorizzazione del fotografo messinese Giovanni Federico, pubblichiamo un suo post su Facebook che prende di petto le polemiche sulla pista ciclabile nel viale S. Martino.

Leggo post nostalgici in cui si mostra una foto del nostro amato Viale San Martino (presumo negli anni ’60-’70) quando era una meravigliosa arteria centrale a 6 corsie più i parcheggi.

Oggi, con l’installazione dei cordoli che delimitano la pista ciclabile, il nostro amato Viale diventa una strada a un unica corsia per senso di marcia. Che scempio! Che orrore!

Lo shopping in mezzo al traffico non è piacevole

Ma andiamo con ordine. Quante macchine circolavano negli anni 60? E quante ne circolano ora? Siamo sicuri che il Viale zeppo di auto col motore acceso sarebbe un luogo piacevole? Ma davvero andreste a fare shopping per le vie del centro in mezzo a un continuo suonare il clacson e rivolgere improperi al conducente vicino, tra la puzza di smog, l’inquinamento ambientale e acustico e non ultimo la musica a palla dello zallo di turno?

La macchina non è la scelta migliore

Ma ci rendiamo conto che l’unico modo per rendere vivibili le città è disincentivare l’uso dell’auto privata, incentivare i trasporti pubblici e i mezzi più piccoli come gli scooter, le biciclette e i monopattini elettrici? E questo significa che chi è costretto a usare l’auto non dovrà lottare per un parcheggio e non resterà imbottigliato nel traffico se la maggior parte dei cittadini avrà lasciato l’auto a casa.

Ma vogliamo ragionare sul fatto che quando usciamo in macchina usiamo il 95% del carburante solo per spostare l’auto? (Contando un guidatore di 75kg in un’auto di 1500kg). Ma pensate che sia sostenibile in larga scala un modello di traporto in cui il 95% dell’inquinamento serve solo a spostare il mezzo e non chi c’è dentro?

E ora non mi fate esempi assurdi tipo “ma io con la macchina ci lavoro” perché è ovvio che in certi casi è necessario usarla. Anche io, per i matrimoni in cui realizzo servizi fotografici, vado in auto, siamo in quattro e abbiamo il cofano pieno di attrezzatura. Ma per i servizi piccoli, come i battesimi in cui sono da solo, mi muovo sempre e solo in scooter.

Seguiamo davvero i Paesi “civili”

Ma quando andiamo all’estero nei Paesi che ci piace definire “civili” come quelli del Nord Europa o come il Giappone (che conosco abbastanza bene) ricorre l’espressione sorpresa: “Vedi la gente in giacca e cravatta che va a lavorare in bici!”.

Anche a Londra, dove piove sempre e fa freddo, c’è un mare di gente in bici. E noi a Messina siamo veramente costretti a spostarci sempre e solo in auto! E non venitemi a dire “ma io sto a Tremonti o a Messina due”, perché oggi esistono le bici a pedalata assistita che vi fanno andare in salita come se foste in pianura.

Basta scuse

E non ditemi “ma poi la bici me la fregano” perché ci sono categorie fortunatissime che potrebbero parcheggiare dentro il posto di lavoro. E non ditemi “eh, ma d’estate fa caldo” perché per almeno 6-7-8 mesi l’anno si può usare tranquillamente la bici. E non ditemi “ma io quando vado a lavoro ho bisogno dell’auto perché trasporto cose” perchè ne ho già parlato nel punto di cui sopra. Non tutti possono andare in bici, ma c’è tantissima gente che potrebbe tranquillamente usarla per andare a lavoro e non lo fa semplicemente per abitudine. Ovvio che se hai 80 anni o hai problemi di salute o devi accompagnare i figli a scuola, questo punto non è per te.

Basta ingorghi davanti alle scuole

Ma soprattutto: la smettete d’accompagnare i figli a scuola con la macchina e lasciarli davanti al portone? Se avete figli piccoli, parcheggiate a 3-4 traverse di distanza e fatevi ‘sti cento metri a piedi col bambino. Farà bene sia a voi che a lui. E se avete i figli grandi… ma fateli andare a piedi con l’autobus. Come facevamo noi da ragazzi. E io, che andavo all’Archimede, quante volte ho fatto il Boccetta a piedi col caldo e con lo zaino sulle spalle.

Ovviamente parlo in generale, ci saranno situazioni per cui è necessario accompagnare il figlio fino al portone, ci saranno casi particolari, ma nel 99% delle situazioni i nostri figli possono e devono andare a scuola da soli usando i mezzi pubblici. E se tutti i genitori lasciassero l’auto a 3-4 traverse di distanza, davanti al portone della scuola non ci sarebbe mai traffico, mai confusione, mai ingorghi. E sarebbe un posto più sicuro e piacevole.

Giovanni Federico