L’emozione la leggi dai loro sguardi e sembra persino di poter sentire il battito dei cuori all’unisono. I protagonisti sono loro.
Il sipario del Teatro Vittorio Emanuele, da ieri, si è alzato per loro, per la prima grande sfida reale della loro vita. Meno di 20 anni, tanti sogni nel cuore, ore ed ore passate a studiare come realizzarli, con la certezza di non volerli mettere nel cassetto. Mai.
C’è chi ha scelto la prosa, chi il canto, chi la musica o la danza. Adesso tocca a loro prenderselo tutto quel palco, quel sogno, quell’emozione quando le luci in sala si spengono e si fa silenzio e gli occhi del pubblico sono tutti su di te.
Per la prima volta un’istituzione di Messina dà un’opportunità reale ai giovani, a quella fascia di età di cui tanto parliamo ma che non conosciamo e non ascoltiamo.
Questo è Play the game, il progetto pilota del Teatro Vittorio Emanuele dedicato ai giovani ed al loro talento.
Perché sì, è vero, il talento è fondamentale, ma se fai avvizzire quel seme, se non lo curi, se non lo metti al sole quando serve e al riparo dalla grandine, quel fiore non sboccerà. Oppure, come accade per i semi messinesi, sboccerà altrove, dove ci sono le serre, il terreno fertile o semplicemente persone che amano veder fiorire i giardini.
Per dirla con le parole del sovrintendente Gianfranco Scoglio (cui si deve l’idea e la determinazione nel portarla avanti) “Ora tocca a voi, noi vi diamo l’opportunità, voi dovete saperla cogliere, sudare, impegnarvi. Non ci sono scorciatoie, emozionateci, affrontate questa sfida”.
Sul palcoscenico, mentre in platea assistevano gli studenti degli istituti cittadini, magari già pensando all’edizione 2020 e immaginandosi nei panni dei loro colleghi, c’erano poco meno di 50 sedie, tante quante i giovani che hanno deciso di cogliere questa straordinaria opportunità: “Accendi la tua stella” col fuoco dell’entusiasmo, della passione e con la luce della saggezza.
“Play the game non è un talent- come ha spiegato la vulcanica direttrice artistica della prosa e anima palpitante del progetto Simona Celi– E’ un sostegno al talento. Noi artisti della generazione precedente ci siamo chiesti, cosa è accaduto a Messina? Cosa sognano i giovani? Cosa vogliono realizzare? Ed il progetto lo vogliamo costruire su di voi”
A fine novembre ci saranno le prime selezioni, poi una full immersion per chi ha superato la prima fase. Quindi si passerà agli step successivi ed alla conclusione gli stage formativi nelle sezioni prescelte ed uno spettacolo prodotto dal Teatro Vittorio Emanuele, che poi verrà fatto girare per tutta Italia.
“Facciamo il percorso inverso-continua Simona Celi– Costruiamo un percorso su di voi e non il contrario. Un percorso formativo e didattico ma non solo”.
La Compagnia, la prima compagnia stabile del Teatro Vittorio Emanuele, si chiamerà “Celeste”, in ricordo di Celeste Brancato, che appena diciottenne, lasciò Messina grazie ad una borsa di studio donata dalla famiglia dell’artista indimenticabile Adolfo Celi, per studiare teatro alla Bottega dell’arte di Gassman a Firenze. Lasciato lo Stretto si è costruita un percorso ed un futuro, poi interrotto dalla prematura scomparsa, il 10 ottobre del 2009.
Quel viaggio attraverso lo Stretto continuano a farlo moltissimi giovani messinesi da mezzo secolo. Per cambiare le cose che l’Ente Teatro ha voluto Play the game.
E’ positivo che le prime mosse della governance da poco insediata riguardino i giovani: Play the game e Compagnia Celeste.
“Non ci fermiamo qui, guardiamo ai giovani e li ascoltiamo- ha detto il presidente Orazio Miloro– Questo progetto sarà istituzionalizzato e ringrazio i direttori artistici Simona Celi e Matteo Pappalardo non soltanto per Play The game, ma anche per i risultati che nella scorsa stagione il Teatro ha dato in termini di numeri. Il Vittorio Emanuele è vivo ed ha grandi obiettivi”.
Una governance unita e determinata, con i consiglieri del Cda Giuseppe Ministeri (che da presidente del Conservatorio Corelli da tempo è al fianco dei giovani talenti messinesi) e Nino Principato, presenti in sala così come l’esperto in arti visive Giuseppe La Motta.
Le difficoltà non mancano, ma dietro l’inusuale conferenza stampa di presentazione del progetto, tra musica, ingresso dei candidati, selfie, applausi, c’è un lavoro corale, una squadra che non lascia niente al caso.
Determinante per tutte le fasi organizzative il responsabile del progetto, Nico Pandolfino, che ha ricordato anche quanti lavorano dietro le quinte. Un ringraziamento va a Messina Audio service. A proposito di quanti lavorano dietro le quinte, ci saranno progetti in questa direzione.
“I sogni si realizzano se hai un sogno” ha aggiunto l’assessore alla cultura ed alle politiche giovanili Enzo Caruso, che si è sentito “a casa” anche come docente, in mezzo ad una platea di giovanissimi.
“Li ascolto, conosco le loro paure, i loro dubbi, i loro sogni. La prima cosa da fare è dare loro voce e fiducia”.
La conferenza stampa è stata presentata da Gisella Cicciò e Rosaria Brancato, che insieme a Simona Celi hanno invitato i giovani ad accendere le loro stelle con fiducia.
Poi le luci del palco si sono spente ed ognuno dei ragazzi è tornato a casa con la convinzione nel cuore che se quelle luci si riaccenderanno ancora dipenderà solo da quanto sarà in grado di credere e nutrire quel talento.
LA DIRETTA FACEBOOK DI TEMPOSTRETTO
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