MESSINA – Il Comitato consultivo dell’Asp Messina, con Cesv e Pwi, ha avviato un monitoraggio sul Pnrr Salute. Antonino Giardina, il presidente del comitato, ha spiegato che “dati, numeri e informazioni sono d’altronde le fondamenta del monitoraggio civico e ci consentono di operare garantendo trasparenza, comunicazione e partecipazione”.
Al fianco del comitato consultivo, sin dall’inizio, c’è stato il Cesv, in qualità di partner della scuola di monitoraggio civico del Pnrr, organizzata dall’Osservatorio Civico PNRR in collaborazione con Parliament Watch Italia (PWI) e il suo laboratorio Libellula. Il monitoraggio dei fondi riguarda gli otto distretti di Messina, analizzando caso per caso le previsioni dell’Asp.
Il Cesv ha spiegato che secondo la pianificazione dell’azienda sanitaria provinciale dovrebbero essere attivate in tutta l’area metropolitana di Messina 21 case di comunità per l’assistenza sanitaria e socio-sanitaria di prossimità, 6 ospedali di comunità e 7 Cot (Centrali operative territoriali). Nel report del comitato consultivo si legge anche la localizzazione delle strutture. Nel distretto di Barcellona Pozzo di Gotto sorgeranno 3 case di comunità (a Barcellona P.G in via Cattafi, a Montalbano Elicona in un immobile comunale e a Novara di Sicilia in via S. Salvatore), 1 ospedale di comunità e 1 COT (entrambi all’ex Presidio Ospedaliero di Barcellona P.G.); in quello di Lipari 1 Casa di Comunità e 1 COT (entrambi in via Distretto, a Lipari); nel Messinese 4 Case di Comunità (3 a Messina rispettivamente all’ex Mandalari, in via del Vespro e a Pistunina, e 1 a Roccalumera in via Marco Polo), 2 Ospedali di Comunità (entrambi alll’ex Mandalari, a Messina) e 1 COT (anch’esso all’ex Mandalari); nel distretto di Milazzo: 2 Case di Comunità (a Milazzo in via Impallomeni e a Valdina) e 1 COT (sempre a Milazzo in via Impallomeni);
nel distretto di Mistretta 2 Case di Comunità (a Mistretta in via Giovanni Verga) e a Santo Stefano di Camastra in contrada Passo Barone); in quello di Patti 3 Case di Comunità (a Patti in via Cattaneo, a S. Piero Patti in via Profeta e a Brolo in via Kennedy), 1 Ospedale di Comunità (a Patti alle Case Nuove Russo), 1 COT (a Patti in via Cattaneo); a Sant’Agata di Militello 4 Case di Comunità (a S. Agata di Militello in via Catania, a Capo d’Orlando in via Mancini, a Castell’Umberto in via Cesare Battisti e a S. Salvatore di Fitalia in via Caduti sul lavoro), 1 Ospedale di Comunità e 1 COT (entrambi a S. Agata di Militello in via Catania); e infine nel distretto di Taormina 2 Case di Comunità (a S. Alessio Siculo, via Siena 3, e a Santa Domenica Vittoria, via Napoli), 1 Ospedale di Comunità (a Taormina, piazza S. Francesco di Paola) e 1 COT (a S. Alessio Siculo, via Siena 3).
Poi i costi. L’investimento pubblico per tutte le strutture (che deriva quasi interamente dal PNRR) supera i 50 milioni di euro. Il totale infatti è di 51.192.346 euro. Suddividendo i costi per categoria di struttura, questi i risultati: 33.305.732 euro vanno alle Case di Comunità, 14.711.256 agli Ospedali di Comunità e 3.175.358 alle COT. Suddividendoli invece per localizzazione si scopre che 7.333.017 euro sono destinati al Distretto di Barcellona Pozzo di Gotto, 1.760.110 euro al Distretto di Lipari, 12.418.039 euro al Distretto di Messina, 3.513.503 euro al Distretto di Milazzo, 3.181.279 euro al Distretto di Mistretta, 7.259.055 euro al Distretto di Patti, 10.169.979 euro al Distretto di Sant’Agata di Militello, 5.557.361 euro al Distretto di Taormina.
Infine gli obiettivi. Il comitato ha spiegato che lo scopo del monitoraggio è di “individuare le opportune soluzioni organizzative alle numerose problematiche del servizio sanitario pubblico nella nostra provincia”. Si vuole “chiedere che il Comitato Consultivo, nelle sue varie componenti e collaborazioni, sia stabilmente coinvolto nella pianificazione della sanità pubblica in tutto l’ambito provinciale”. E ancora “è necessario realizzare la funzionale riorganizzazione delle strutture evitando la vendita dei servizi ai privati che traggono grossi profitti a danno degli utenti che in molti casi sono costretti a rinunciare alle cure. Le informazioni riportate nel report provengono dall’accesso civico ai dati della Pubblica Amministrazione garantito dall’articolo 5 decreto 33 del 2013, aggiornati al 15 marzo 2024. Proseguiremo con il monitoraggio utilizzando i dati aperti per renderli un bene comune nell’ottica di dare un fondamentale e necessario contributo di trasparenza e per lo sviluppo della rete collaborativa e partecipata”.