REGGIO CALABRIA – Piano nazionale di ripresa e resilienza: il possibile percorso sinergico a fronte della “sfida dello sviluppo” tra Università “Mediterranea” di Reggio Calabria ed Enti territoriali ha appena fatto un passo in avanti, con l’incontro sul tema Pnrr e politiche di sviluppo locale svoltosi all’aula Seminari del Dipartimento Pau (Patrimonio, Architettura, Urbanistica) dell’Ateneo reggino.
Dopo i saluti del direttore del Pau Tommaso Manfredi e la preziosa introduzione del professor Domenico Marino, il convegno si è sviluppato attraverso gli interventi dei relatori chiamati a portare le proprie testimonianze, il proprio know-how e il proprio approccio alla delicata questione dell’utilizzo, della programmazione e dell’attuazione dei bandi e dei relativi fondi previsti dal Pnrr.
Gli interventi si sono concentrati sui punti ritenuti cruciali per il miglior utilizzo delle opportunità offerte da questo straordinario strumento dell’Unione europea, che ha messo a disposizione la maggiore quantità di risorse proprio per il nostro Paese.
L’interplay con l’Università va a sviluppare e rafforzare una sinergia rivelatasi fondamentale. E quanto i risultati siano stati positivi lo dimostrano, è stato osservato, i Piani urbani integrati.
«Tutti i Comuni del Reggino – ha spiegato il sindaco metropolitano facente funzioni Carmelo Versace – sono stati coinvolti da attori principali nei progetti presentati, poi tutti finanziati, e gli iter per la loro attuazione già tutti avviati».
I dirigenti della Metrocity Pietro Foti, Francesco Macheda e Mariateresa Scolaro hanno ricordato quanto siano stretti i tempi d’azione: necessario, quindi, «attuare fattivamente questa pratica virtuosa, tra soggetti protagonisti dei territori interessati, per evitare di sprecare le occasioni enormi che il Pnrr offre, integrandolo, eventualmente ed ove necessario, anche con i Por che funzionano sì in modo diverso, ma diventano spesso programmaticamente complementari».
Tutti concordi su una linea guida fondamentale che diventa quasi il leit-motiv di questo proficuo confronto: «Servono progetti utili in grado di sanare, rigenerare, creare sviluppo permanente nei territori cristallizzandone i risultati nel tempo. Stesso approccio e stesso spirito rispetto al settore della formazione, che non può più permettersi di essere scollegato dall’ordinaria offerta didattica, per consentire, soprattutto, una professionalizzazione delle figure che ne consenta l’inserimento fattivo all’interno di servizi e sistema produttivo».
D’altro canto, Ateneo e MetroCity insieme possono svolgere «un ruolo molto importante nella gestione dei bandi del Pnrr – ha fatto presente Marino, promotore dell’iniziativa – soprattutto in quella fase delicata che è la programmazione. Il nostro territorio avrà la possibilità di utilizzare una mole importante di risorse, che però dovranno rispettare vincoli molto stringenti ed essere ben programmate e ben spese nei tempi previsti. Ritardare o programmare male può significare la perdita di risorse. E quindi è importante in quest’ottica lavorare in maniera sinergica tra gli Enti locali per il recupero della capacità progettuale ed è chiaro che l’Università su questo aspetto può giocare un ruolo decisivo».
E proprio Versace, al di là della deadline del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha caldeggiato la stipula di un «protocollo programmatico-operativo di governance del territorio» con la “Mediterranea”, per lavorare “fianco a fianco” in modo sistematico.