Una seduta inconcludente, con la consapevolezza diffusa che alla fine non si sarebbe discusso proprio di nulla o almeno di nulla che sia realmente urgente: basti solo considerare che la sessione pomeridiana del consiglio convocata ieri alle 18 (per il numero legale necessari 23 presenti), è stata aperta solo alle 19.45. Dunque niente Atm, niente delibera riguardante le linee di intervento sulla salvaguardia del territorio. Nel primo caso, come anticipato, la presentazione dei nuovi emendamenti, oltre quelli del Pd anche due del consigliere Cantello (Sicilia Vera), hanno spinto i dirigenti che dovranno rilasciare parere, a chiedere almeno 24 ore di tempo per poterne esaminare il contenuto. Nel secondo caso, invece, il messaggio di convocazione (per questa mattina, ndr) inoltrato ieri pomeriggio dall’assessore Corvaja a tutti i capigruppo, per discutere di ciascuna posizione rispetto all’approvazione del documento, ha reso la proposta di prelievo dell’ordine del giorno da parte del capogruppo del Pdl (Capurro), un atto “formale”, perché ampiamente pubblicizzato e nulla più. Lo dimostra chiaramente l’esito negativo della votazione (13 sì; 4 no; 6 astenuti). Con una posizione contraria, quella dell’Udc, frutto, sia dell’incontro programmato per oggi, ma anche, del disinteresse mostrato dai componenti della commissione politiche del territorio, sull’analisi della delibera in sede, appunto, di commissione. Atteggiamento che ha spinto il presidente Guerrera alle dimissioni.
E rimaniamo proprio in tema di commissioni, perché l’unico atto deliberativo ad essere stato votato, inserito in extremis all’ordine del giorno, con l’idea che poco “rumore” avrebbe creato, è stato quello riguardante la sostituzione, all’interno della XII (regolamenti e statuto, politiche dell’e-government) dell’attuale componente Greco, con Rizzo. Ciò per una ragione ben precisa: a seguito dell’unificazione dell’Udc come “Udc per il Terzo Polo”, infatti, Rizzo, prima capogruppo dell’Unione di Centro, era, per statuto, membro di ciascuna commissione. Presenza venuta invece a mancare a seguito dalla perdita di tale carica. Da qui la necessità dell’avvicendamento, che ieri ha però fornito l’assist adatto al capogruppo del Pd, Felice Calabrò, per sollevare la questione, non certo irrilevante, della attuale composizione delle commissioni. A seguito dei movimenti e delle migrazioni politiche avvenute in questi tre anni e mezzo, infatti, gli organi di controllo, così come previsto da statuto e da regolamento, non risultano più composti in maniera proporzionale alle varie formazioni politiche. In particolare, Calabrò, che al termine dell’intervento, con il suo gruppo, ha abbandonato l’aula non partecipando alla votazione, ha evidenziato che due commissione di importanza “strategica”, ovvero servizi sociali e urbanistica, il Pd non ha rappresentanti. Il cambio di ruolo alla fine, è stato votato, (22 si, 1 astenuto) ma la questione rimane in sospeso.
Soprattutto alla luce della delibera proposta dall’ex consigliere Muscolino, oggi assessore all’e-government, che potrebbe risolvere i problemi ma che dal 2010 giace in consiglio, che riguarda proprio la riduzione e la rimodulazione delle commissioni: si passerebbe cioè dalle attuali 12 (più commissione Ponte) a 9 , accorpandone le funzioni e aumentando il numero dei componenti, che sarebbe portato a 24. Ciò con l’obiettivo di riorganizzare proporzionalmente all’interno di ogni organo membri e rappresentanze partitiche.
Formalizzata, invece, in apertura di seduta, la proposta del consigliere Melazzo (su sollecitazione dai revisori dei Conti) di indire una seduta straordinaria del consiglio per decidere quale linea adottare rispetto ai provvedimenti da intraprendere “in risposta” alle osservazioni della Corte dei Conti. I lavori sono stati aggiornati alle 18 di questo pomeriggio per ricominciare da dove ci si è fermati ieri, si spera con un altro finale. (ELENA DE PASQUALE)