Lo scorso 16 dicembre, presso il Salone delle Bandiere del Comune di Messina, si è tenuta la presentazione del testo “Ero come una caramella”, dell’autrice Tosi Siragusa, Armando Siciliano Editore. Trattasi di compendio di due sillogi poetiche “Nel nero buco” e “Fermate” attraverso le quali la poetessa – alla sua prima raccolta – si pone quale lucida cronista di mondi interiori e sotto un apparente disincanto, solo a tratti narcisistico, offre l’immagine di una sensibile fragilità, mai rassegnata al male di vivere e in grado di declinare una pudica nostalgia per un’età dell’oro ormai irrimediabilmente preclusa, ma certo sempre orizzonte non eliminabile della nostra spesso arida modernità.
La manifestazione è stata piacevolmente condotta: i relatori, gli autorevoli Prof. Sergio Todesco, attuale direttore della Biblioteca di Messina e Prof. Giuseppe Campione, già esimio Presidente della Regione Siciliana negli anni ’90, hanno introdotto la poetessa e questa sua opera, mettendo in luce, il primo, soprattutto i “multiversi” della collega dirigente regionale, che, a suo dire, ha piacevolmente riscoperto (oltreché per gli interessi verso le discipline dello spettacolo e verso le arti figurative, anche come “ricercatrice” attenta), il secondo, la capacità dell’autrice di far sgorgare, attraverso soavi e sintetiche pennellate – ricreando spesso la forma degli haiku giapponesi – la propria emotività, mettendo in atto un superamento dei suoi ieri tormentati e cercando di contenere i turbamenti, attraverso un processo di riesplorazione del suo passato.
La poetessa ha poi integrato la tematica poetica, evidenziando il proprio intendere la poesia quale vertigine d’assoluto, forma massima di entropia, battito d’ali, e utilizzando anche una metafora che assimila il poeta all’archeologo, laddove entrambi operano il tentativo di portare alla luce i propri tesori facendoli riemergere da un mondo sotterraneo.
Di personalità alquanto ardente, l’autrice ha anche operato un tributo a Virginia Woolf, reputata assolutamente condivisibile nel suo riferirsi – nel saggio “Una stanza tutta per sé” – a un qualche matrimonio degli opposti, che deve pur compiersi, perché l’arte veda la luce, attraverso un essere fattosi androgino. La poetessa ha definito la sua Calliope, musa ostile e involontaria, rivelando che delle due voci, che coesistono dentro di sé, quella per le sue favole (spesso nere) ha di fatto generato queste liriche. L’attore e regista, – cinematografico e teatrale – Gaetano Lembo, ha strappato convinti applausi, intervenendo in via estemporanea in una personale interpretazione di alcuni testi poetici più rappresentativi dell’autrice.
L’intervento del professore Giuseppe Corica, non formalmente concordato, ha poi sapientemente messo in luce un leitmotiv dell’opera, ravvisato in un erotismo della mente, strisciante nel polverio delle emozioni, o dei ricordi e delle mete inappagate … Un fluido talora catartico, talora materico, che si sviluppa nel richiamo ad innocenti incantesimi o a vampirici grigi liquidi della terra.
Hanno brillantemente chiuso la presentazione la dott.ssa Melina Patanè e il dott. Antonello Bruno, quali rappresentanti dell’Associazione culturale il “Caffè d’arte del paese di fronte al mare”, ed entrambi poeti, che hanno saputo cogliere l’essenza di alcuni componenti, ricevendo i complimenti dell’autrice stessa, che si è sentita “indovinata” appieno. L’editore Armando Siciliano, regista invisibile dell’intera operazione, ha concluso tirando le fila della piacevolissima serata.
Tanti gli intervenuti, molte personalità note in ambito culturale, capi d’Istituto regionali, esponenti di Prefettura, Comune, Sindaci della provincia messinese, Associazioni culturali, poeti … oltreché figure familiari ed amicali care all’autrice.
In conclusione la raccolta, dall’intrigante intitolazione e copertina (una Eva peccatrice di Franz Von Stuck) ci ha svelato una personalità artistica composita, di cui sicuramente sentiremo ancora parlare.