L’Udc concentra il fuoco. Assume una forte valenza la presenza alla conferenza stampa di domani del gotha nazionale, regionale e cittadino del partito di Casini. Sul tavolo i temi su cui gli esponenti dell’opposizione maggiormente hanno spinto la battaglia politica contro l’Amministrazione Genovese.
L’onorevole Giampiero D’Alia (nella foto) ha anticipato che «si parlerà della convivenza di Ato3 e Messinambiente, due società che svolgono la stessa funzione e raddoppiano i costi. Ma anche delle assunzioni senza concorso all’Ato3, e dei conflitti d’interessi che gravano su Pippo Molonia, contemporaneamente dirigente di Messinambiente e assessore al Bilancio e su Antonino Dalmazio».
Riguardo al primo va detto che il recente passaggio da consigliere comunale ad assessore non ha cancellato il problema, in quanto, ha ricordato D’Alia, i motivi di incompatibilità validi per i consiglieri si applicano pari pari a componenti della Giunta e sindaco. Insomma Molonia si troverebbe ancora, e ancora più fortemente, in qualità di assessore al Bilancio, nella posizione di controllore-controllato.
Il presidente di Messinambiente, dal canto suo, ha ricoperto per un breve periodo del 2007 la carica di amministratore unico nella S.e.l. Consulting S.r.l., una società concorrente della S.p.a. pubblica di cui è presidente, e inoltre affidataria, senza gara formale, dei servizi di pulizia degli automezzi da parte di Messinambiente. Il sindaco ha dichiarato che non si profilano gli estremi per destituirlo, ma l’indagine della Procura per stabilire se ci sia stato un danno per l’Amministrazione è ancora in corso.
Sulla vicenda, e sulle accuse formulate prima di tutti dal consigliere Carmelo Santalco, ha dato un parere il consigliere della Margherita Paolo Saglimbeni: «Se Dalmazio dimostra che non c’è stato danno amministrativo bisogna innanzitutto chiarire che il metodo usato non è corretto, ma non tagliargli la testa. Comunque bisogna rispondere a tutte le accuse, sennò si dà l’impressione di avere qualcosa da nascondere».
Ma D’Alia non fa sconti: «La sinistra cittadina si erge a Solone della situazione e richiama la questione morale, ma tace sulla gestione allegra del settore dei rifiuti, sui conflitti d’interesse e sulle procedure dubbie di assunzione che favoriscono familiari degli esponenti della maggioranza». E affonda il colpo: «l’amministrazione ridicola e dannosa di questo comparto ha prodotto il dissesto finanziario del comune. Mi chiedo perché si mantenga la situazione immutata. Delle due una, o entrambe: bisogna garantire gli equilibri politici all’interno della maggioranza, quindi vanno mantenuti due enti, Messinambiente alla Margherita l’Ato ai Ds. Oppure l’inefficienza è tenuta in piedi perché rende facile la penetrazione della mafia, cosa che in passato è avvenuta. Il fatto che Messinambiente sia già stata ripulita dalle infiltrazioni non significa che ne sia immune. il clientelismo facilita la penetrazione della criminalità. Per questo motivo abbiamo chiesto la visita di Ecomafia a Messina, per fare luce su tutto il settore».