Un partito ha mille facce. Quelle che appaiono spesso in vetrina perché investiti di cariche importanti, piene di onori ma anche di oneri, e quelle di chi cura il famoso “territorio”, il dietro le quinte che tanto prezioso risulta quando è tempo di andare alle urne. La cosiddetta “base”, insomma, e proprio da parte della base di uno dei partiti più importanti, l’Udc, arriva una sorta di sfogo, amaro e pungente, diretto a chi il partito da qualche anno lo guida. A parlare è il presidente cittadino del Centro Studi “Pace e Libertà”, Tommaso Barone, il quale sottolinea che «solo attraverso gli organi di stampa abbiamo potuto apprendere le ultime scelte che la direzione cittadina del partito ha adottato nell’ultimo periodo. Tale comportamento,che censuriamo apertamente, secondo noi lede gli interessi di una base che non si sente assolutamente rappresentata da chi, negli ultimi due anni ha evitato puntualmente il confronto con chi ogni giorno opera tra mille difficoltà in un territorio già complesso, e compromesso da molteplici problematiche che tutti conosciamo».
«In particolare – aggiunge Barone – riteniamo che dovesse essere doveroso da parte dei vertici chiedere un parere ed un confronto all’intera rappresentanza del partito ed a tutte le forme di democrazia partecipata (associazioni, sindacati, sigle di tutela e rappresentanza) affinché , soprattutto su tematiche di rilevanza vitale e con ripercussioni sul futuro della Città stessa, si potesse, attraverso un modello di sviluppo sostenibile, tracciare una nuova identità sociale, economica ed urbanistica del tessuto urbano. Ciò non è avvenuto in particolare per le ultime importanti decisioni che hanno vincolato gli interi rappresentanti dell’Udc in Consiglio Comunale a votare ed a perorare programmi a tutt’oggi incompleti e privi di un solido studio, sia di tipo tecnico che sociale, validi solo per sbandierare una politica del nulla. Ci riferiamo alle “battaglie” relative alla pianificazione urbanistica, alle grandi opere connesse al Ponte, ed in generale alle scelte che hanno portato a definire un organigramma del direttivo che non ha tenuto minimamente conto di chi magari in questo partito ha militato da sempre, ma oggi non riveste cariche pubbliche. Chiediamo dunque ai commissari – conclude Barone – un’immediata convocazione di tutte quelle forze che animano il partito e che oggi non si sentono rappresentate da una classe dirigente sorda alle esigenze reali della Città».
Il neo vicecommissario provinciale dell’Udc Giorgio Muscolino (nella foto), fresco di nomina insieme a Matteo Francilia, da noi interpellato risponde che «il partito si sta organizzando sempre di più per coinvolgere la base e chi ci sta vicino quotidianamente. Aspetto di leggere la nota del centro studi, ma posso già dire che il nostro mandato di vicecommissari servirà soprattutto a far sentire partecipi nell’azione di partito tutti quelli che ci sostengono».
S.C.