Il consiglio provinciale approva la rimodulazione del Piano Strade, ma la questione politica resta aperta

Approvata la rimodulazione del Piano Strade sulla viabilità secondaria, ma quanta fatica e che clima pesante in consiglio provinciale, dove è andata in scena l’ennesima seduta infuocata. Quanto accaduto può essere riassunto nelle due direzioni prese dall’ordine del giorno votato: una tecnica ed una politica. Sul primo piano poco è cambiato considerando che, nonostante le dure sollecitazioni del presidente della III Commissione Pippo Lombardo, tornato ad infiammare l’aula dopo il ritiro della pregiudiziale presentata la scorsa settimana, la delibera è stata mantenuta intatta senza essere emendata. Lasciando tutto uguale anche sul fronte dell’intervento 14, quello cioè riguardante la strada a scorrimento veloce Patti-San Piero Patti, rimasta all’interno della prima annualità. Sul piano politico invece sono tanti i risvolti emersi, soprattutto all’interno della maggioranza. Ma andiamo con ordine.

IL “LOMBARDO BIS”. Assenti Ricevuto e il dirigente Sidoti Pinto, partecipe successivamente e per pochi minuti, la seduta si è aperta con l’intervento dell’assessore Monea che si è soffermato sui dettagli tecnici della delibera, aggiungendo poi: «Il piano presentato può essere posto all’attenzione dell’aula per la discussione e la sua approvazione. I ritardi di questi giorni sono giustificati dalla volontà dell’Amministrazione di approfondire nel dettaglio alcuni passaggi». Il riferimento è ovviamente all’incontro tenutosi a Palermo tra Ricevuto, Pippo Lombardo e il Dirigente del Dipartimento Regionale delle Infrastrutture, della Mobilità e dei Trasporti, Vincenzo Falgares. Incontro sul quale è ovviamente tornato il consigliere autonomista, colui che dal principio ha posto il problema della legittimità dell’atto. «Il ritiro della pregiudiziale è stato determinato dal voler dare all’Amministrazione la possibilità di accertare quanto da me reso noto», afferma. In pratica la “concessione” di qualche giorno di tempo, oggi si ritorna alla carica. L’autonomista di area De Luca ha chiesto infatti la sospensiva (poi rigettata dall’aula) del punto all’ordine del giorno al fine di predisporre la relativa rimodulazione del Piano verificando tutte le criticità emerse sulle strade provinciali colpite degli eventi alluvionali dal 16 dicembre 2008 ad oggi, mediante l’applicazione dell’analisi multicriteria, e chiedendo contestualmente alla Regione Siciliana, Assessorato ai LL. PP., la proroga del termine del 15 ottobre 2009, per accedere ai fondi e alla premialità, ad oggi compremessa, del PO FESR 2007-2013, con l’unica e vera motivazione forte che può essere chiesta oggi alla Regione, è cioè la necessità da parte della Provincia di Messina, di verificare lo stato della sicurezza della viabilità secondaria, in molti casi ai limiti della percorribilità, anche a causa degli ultimi drammatici eventi alluvionali. Ma nel corso dell’intevento, sono emersi altri particolari -inediti- rispetto al lavoro sulla delibera.

PD CHIEDE APERTURA CRISI DI GOVERNO. L’intervento di Lombardo diventa un assist al bacio per l’opposizione, con Pippo Rao pronto a rincarare la dose. Il segretario regionale del Pd, dopo la conferenza denuncia di venerdì (articolo correlato in basso), rilancia sul profilo tecnico: «Quanto detto da Lombardo è gravissimo. A questo punto potrebbero esserci le condizioni per l’invio delle carte alla Procura». E poi sul terreno politico: «Oggi ci asterremmo per senso di responsabilità nei confronti dei cittadini; partecipando alla votazione esclusivamente per sperare ancora di poter accedere ai finanziamenti regionali dell’asse Por/Fesr. Ma subito dopo la votazione chiederemo un approfondimento su quanto venuto fuori e l’apertura della crisi di governo». Rao parla sarcasticamente dell’avvio della stagione del -quaquaraquismo-, facendo riferimento alla posizione del Movimento per l’Autonomia all’interno della maggioranza e alle dinamiche che hanno connotato gli equilibri interni al centrodestra alla Provincia.

IL DIBATTITO E LA QUESTIONE -MPA-. Il dibattito prosegue, con gli spunti maggiori che continuano ad arrivare sulle questioni politiche. L’impressione è che uno scontro venutosi a creare tra aree interne al Mpa (De Luca-Lo Monte), basata su interessi territoriali e non, emersi proprio dall’approvazione del Piano Strade, abbia inciso anche sulla tenuta della maggioranza che ha dovuto cercare di spingere coralmente per superare l’impasse sull’approvazione della delibera. Prima di Rao era stato Pino Galluzzo, capogruppo della GdL, ha lanciare un segnale chiaro: «I rappresentanti del Mpa escano fuori dall’equivoco dicendo apertamente cosa hanno intenzione di fare – aveva tuonato -. Apprezzo l’impegno del capogruppo Cerreti nel cercare di mantenere un equilibrio ma quanto è avvenuto in queste settimane è una mancanza di rispetto assoluta nei confronti degli altri gruppi consiliari». Ricevuto, che in questi due anni di amministrazione ha mostrato in alcuni casi segnali di insofferenza nei confronti degli autonomisti, terrà ancora in piedi l’alleanza? Quanto accaduto avrà ripercussioni in giunta?

A proposito di posizioni è più morbida quella dell’Udc, che con Francilia (capogruppo D’Alia) manifesta la propria volontà di guardare oltre il -proprio orto-: «Ognuno di noi ha l’esigenza di tutelare il collegio di appartenenza. Ma stiamo discutendo di un atto tecnico, pur convinto che si è cercato di tutelare l’intero territorio». Risponde Cerreti: «Il problema sta proprio nel capire se l’amministrazione ha tenuto in considerazione tutto il territorio». Una mano agli autonomisti la tende Saro Sidoti (capogruppo Udc), dichiarando a nome del partito il proprio appoggio per tutte quelle -battaglie- per il finanziamento di opere che possano migliorare il territorio. Senza fronzoli la posizione del PdL, apertamente favorevole all’approvazione del Piano, ritenuto tecnico e conseguentemente connotato da responsabilità dirigenziali. Alla fine la delibera viene approvata con 21 voti favorevoli, 4 contrari e 6 astenuti. Il Pd conferma l’astensione a parte Gullo che si è espresso favorevolmente. Nel Mpa contrari Lombardo, Gulotta, Previti e la Danzino mentre è uscito dall’aula il capogruppo Cerreti. Approvata anche l’immediata esecutività su proposta dell’assessore Monea (19 favorevoli e 5 astenuti)

LA PROTESTA DEI SINDACI DELLA ZONA TIRRENICA. Dopo l’eclatante protesta della scorsa settimana del sindaco di Fondachelli Fantina, Francesco Pettinato, come promesso a fargli -compagnia- oggi si sono presentati a Palazzo dei Leoni diversi sindaci (o loro delegati) del comprensorio. I rappresentanti dei comuni di Castroreale, Falcone, Oliveri, Rodì Milici, Terme Vigliatore, Mazzarà S.Andrea, Novara di Sicilia e Fondachelli hanno sottoscritto un documento (FOTO STURIALE) attraverso il quale si chiede la convocazione di un consiglio provinciale a loro aperto e avente ad oggetto: la viabilità del comprensorio del tirreno; i dissesti idrogeologici che interessano la costa e la montagna; la costituzione di una delegazione con a capo il Presidente della Provincia che rappresenti al presidente della Regione ed al governo nazionale l’estrema emergenza in cui versa il territorio. Per quanto concerne la viabilità, una prima risposta è giunta dall’amministrazione, visto che Nanni Ricevuto di raccordo con il sindaco di Terme Vigliatore, Bartolo Cipriano, ha convocato per venerdì prossimo alle ore 10.30 una riunione per discutere dell’argomento presso la sede del Comune tirrenico, al quale parteciperanno anche l’assessore al ramo, Pasquale Monea e i dirigenti Giuseppe Celi e Bettino Sidoti Pinto.

Tornando ad oggi, l’intenzione generale di approvare in giornata il piano ha un pò tranquillizzato gli animi rispetto a quanto di grave avvenuto mercoledì scorso. Ciò nonostante non sono mancati momenti di tensione, tanto da portare un sindaco ed un consigliere ad uno scontro verbale molto accesso.