Convegno di Sinistra Ecologia e Libertà sulla sicurezza del territorio. Chiofalo: «È la priorità assoluta. In Sicilia su 375 comuni 290 a rischio frana»

Sono le tragiche immagini dell’alluvione del primo ottobre e del disastro di San Fratello quelle che scorrono “alle spalle” di coloro che questa mattina sono intervenuti nel corso del convegno “Sulla sicurezza del territorio, una priorità assoluta”, tenutosi al Salone degli Specchi della Provincia ed organizzato dal neonato circolo messinese di “Sinistra Ecologia e Libertà”. Immagini ormai purtroppo all’ordine del giorno, segno evidente di un problema, quello del dissesto idrogeologico, che interessa l’intera provincia di Messina e che tutti i presenti sono d’accordo nel ritenere non più sottovalutabile.

Ad aprire i lavori Salvatore Chiofalo, di Sinistra Ecologia e Libertà; una relazione introduttiva attraverso cui l’esponente politico, passando in rassegna i disastri che negli ultimi anni hanno interessato il territorio della Sicilia, punta il dito contro una «classe politica assente che, secondo copione, interviene quando è ormai troppo tardi, sperando di scongiurare danni maggiori. Il vero obiettivo è però quello di trovare uno spazio mediatico per esternare promesse e giuramenti che poi verranno dimenticati». Un attacco duro quello di Chiofalo che ricorda l’amico Matteo Cucinotta (a cui è stato dedicato il nuovo circolo SEL) la moglie Lucia Natoli e quanti sono scomparsi nel rogo scoppiato all’agriturismo “Rifugio del Falco”, per evidenziare come l’attuale problema del dissesto sia anche frutto del progressivo impoverimento di un territorio “divorato” dalle fiamme.

Secondo i dati forniti dall’Ispettorato Dipartimentale delle Foreste, nel 2008 sono andati in fumo nella sola provincia di Messina 1 milione 497 mila ettari di vegetazione boschiva: un’emergenza che a detta di Chiofalo va arginata al più presto «soprattutto attraverso nuovi impianti su superfici libere e con l’inserimento di nuove colture prima di tutto nei terreni di proprietà comunale che da noi ammontano a 35 mila ettari». Dati inquietanti quelli presentata dall’esponente di Sinistra Ecologia e libertà, commentati e condivisi anche nel corso degli altri interventi, quello di Salvatore Granata (Legambiente) e soprattutto dall’ex-deputato europeo Roberto Musacchio che di fronte a tale situazione ribadisce a gran voce l’inutilità della costruzione di un’opera come il Ponte sullo Stretto: «Le priorità – afferma Musacchio – sono ben altre e se oggi ci troviamo a questo punto è perché piuttosto che fare applicare le tante direttive, sia europee che italiane, in tema di prevenzione ambientale, si preferisce investire in opere come il Ponte o la linea ad alta velocità (Tav)».

Ma tornando ai dati, il numero dei comuni messinesi “delimitati”, ciò sotto stretto controllo perché a rischio dissesto, sono 51 su 108: Tusa, Pettineo, Motta d’Affermo, Reitano, Santo Stefano di Camastra, Mistretta, Capizzi, Baronia, Acquedolci, San Fratello, Cesarò, S. Teodoro, Sant’Agata di Militello, Militello Rosmarino, Alcara Li Fusi, Galati Mamertino, Longi, Frazzanò, Mirto, Caprileone, Tortrici, Torrenova, San Marco D’Alunzio, Santa Domenica Vittoria, Floresta, Ucria, Raccuja, Sinagra, Castell’Umberto, San Salvatore di Fitalia, Capo d’Orlando, Naso, Gioiosa Marea, Piraino, Patti, Brolo, Sant’Angelo di Brolo, Librizzi, Montalbano Elicona, Ficarra, Tripi, Basicò, Falcone, Montagna Reale, Oliveri, San Piero Patti, Castel di Lucio, Antillo. Un lungo elenco, altrettanto lungo sul versante palermitano: sui 390 comuni isolani, infatti, ben 275 sono quelli a rischio frana, tanti quanti quelli individuati dal Pai, per un totale di 31.850 smottamenti registrati.

«Per intervenire seriamente sul fronte della messa in sicurezza – dichiara Chiofalo – sarebbero necessari ben 4 miliardi di euro, la Regione Sicilia dispone in tutto di 160 milioni di euro i quali andrebbero distribuiti in base alla graduatoria. Al comune di San Fratello verranno destinati 5 milioni. Per ripristinare la viabilità nella sola provincia di Messina, individuata come priorità assoluta, occorrerebbero 60 milioni di euro, la Protezione Civile ne dispone di 15. In Sicilia le risorse destinate alla messa in sicurezza sono state sperperate con la compiacenza del politico di turno al solo fine di promuovere clientelismi e favori. C’è tanto da fare – conclude Chiofalo – altro che Ponte sullo Stretto o centrali nucleari».