Continua a far discutere la gestione del 118 in Sicilia. Ad accendere i riflettori sul servizio curato dalla SiSe, società in house della Croce Rossa, è il presidente dei senatori Udc Gianpiero D’Alia, il quale ha anche presentato un’interrogazione parlamentare al ministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali Maurizio Sacconi. D’Alia invita il Governo ad attivarsi «per porre fine allo stato di criticità del servizio del 118, di dialisi e di tutti gli altri servizi sanitari in Sicilia, promuovendo la definizione, nell’ambito del piano sanitario regionale, di procedure condivise per la loro stabilizzazione e regolarizzazione».
«Nonostante gli enormi costi del servizio del 118, che gravano sul sistema sanitario regionale per 130 milioni di euro, si sono verificate – si legge nel testo dell’interrogazione – una lunga serie di carenze e situazioni poco trasparenti, riscontrate anche in altri servizi sanitari come quello di dialisi». Non può essere sottovalutata l’indagine della Corte dei Conti siciliana, che «ha rilevato numerose irregolarità nell’amministrazione del 118 da parte della SiSe. Si parla di ingiustificato aumento del numero delle ambulanze, di assunzioni spropositate senza procedura selettiva, di acquisti effettuati senza corretti criteri di scelta e di una complessiva lacunosità della convenzione con la Regione per il controllo dei costi».
«Non è più rinviabile – conclude D’Alia – una profonda ristrutturazione sia del 118 che del servizio dialisi, che coordini una maggiore efficienza col contenimento di spese oggi difficilmente sostenibili. Serve un intervento deciso del Governo centrale, nell’ambito delle sue prerogative e anche alla luce del ruolo attivo svolto nell’attuazione del piano sanitario della regione Sicilia».