Prendere la crisi, occupazionale ed economica, di petto, proponendo alle istituzioni la corretta via per affrontarla.
E’ questo lo scopo della Cisl, che oggi si è riunita presso il Teatro Vittorio Emanuele in una assemblea generale che ha visto coinvolti, tra gli altri, i segretario cittadino del sindacato Tonino Genovese e quello regionale Maurizio Bernava.
Sono tre le direttrici previste dal sindacato: la prima riguarda il sostegno ai lavoratori e all’occupazione, la seconda mira a sostenere le famiglie e lo stato sociale, la terza il sostegno alle imprese.
Soluzioni che devono per forza di cose passare da un impegno serio delle istituzioni, che afferma Genovese, «per ora latinano o quasi. Il comune di Messina aveva convocato in passato un -tavolo anticrisi-, ma ad ora nulla è stato fatto. Discorso diverso per la Provincia, che a seguito del tavolo di qualche mese fa ha deciso di stanziare 800 mila euro a favore del tessuto sociale messinese. Adesso si lavorera con gli assessori Fichera e Martelli per trovare la giusta via per impiegare queste somme».
Necessaria, continua Genovese, l’istituzione di una Task Force che veda impegnate tutte le amministrazioni locali per far si che le -belle parole- spese in questi mesi trovino reale attuazione in campo pratico.
Piu’ duro è Maurizio Bernava, che parla di «assoluta -strafottenza- delle istituzioni, che non garantiscono la trasparenza del mercato, facendolo affossare sempre piu’.
Aveva ragione l’arcivescovo Calogero La Piana quando parlò di cappa massonica che avvolge la città: solo certe famiglie controllano la città e sotto logiche speculative che danneggiano il tessuto imprenditoriale messinese. Chi cerca di allontanarsi da questa tendenza viene inesorabilmente emarginato».
Tra le proposte portate avanti dalla Cisl, le piu’ interessanti e di facile realizzazione prevedono la realizzazione di un Patto che preveda una contrattazione sociale e territoriale che costruisca un Welfare locale che contrasti la crescente povertà, la creazione, all’interno dei bilanci comunali e provinciali di un apposito fondo sociale per l’indigenza e la non autosufficienza che attinga dai fondi europei, regionali e nazionali e la programmazione di investimenti per la riqualificazione e lo sviluppo urbano e infrastrutturale.
foto di Dino Sturiale