Dipendenti di Palazzo Zanca, gli impegni del sindaco con i sindacati

Si è giunti ad una prima schiarita nei rapporti, finora non idilliaci, tra il sindaco Giuseppe Buzzanca ed i dipendenti di Palazzo Zanca. Dopo l’assemblea del 30 aprile, si è tenuto nei giorni scorsi un incontro tra il sindaco e i segretari provinciali di Cgil Fp, Cisl Fp, Uil Fpl, Crocè, La Rosa e Calapai. Ecco gli impegni assunti dal sindaco: immediata costituzione del Fondo 2008 per l’importo di 11milioni 873mila euro (già costituito con delibera di giunta); costituzione, senza ulteriori ritardi, del Fondo 2009, con reintegrazione dei 500mila euro decurtati nel 2008 per carenza di fondi nel bilancio; contrattazione della destinazione del Fondo 2008, per consentire ai dirigenti di liquidare il salario accessorio e il saldo della produttività ai dipendenti; erogazione del Fondo Integrativo Regionale nel mese di giugno; stesura del calendario di tutte le restanti prove concorsuali entro il 15 giugno; aumento dei buoni pasti, da adeguare «al reale costo della vita».

C’è un altro fronte, piuttosto “caldo”, sul quale, almeno secondo i rappresentanti della Uil Emilio Di Stefano e Gaetano Giordano (rispettivamente segretario aziendale e dirigente aziendale personale tempo determinato), ed è quello del personale contrattista. Nelle scorse settimane la giunta ha deciso di procedere, dal mese di settembre, all’attivazione delle procedure finalizzate all’eventuale elevazione temporanea di 6 e/o 12 ore, del personale contrattista di cui alla L.R. N.85/95 art. 11 e 12.

La Uil da una parte accoglie «con soddisfazione» l’intendimento dell’amministrazione, ma dall’altro fa suonare un campanello d’allarme. Questa operazione, infatti, «rischia di scatenare l’ennesima guerra fra poveri, visto che tale possibilità viene offerta solamente ad una parte del Personale contrattista e precisamente a n. 110 unità». Ecco la richiesta di Giordano e Di Stefano: «estendere a 30 e/o 36 ore l’attività lavorativa anche ai restanti 190 lavoratori contrattualizzati ai sensi dell’art.25 della Legge Regionale 29 Dicembre 2003, n.21», al fine di «garantire una omogeneità di trattamento economico a tutti i contrattisti e per evitare azioni discriminatorie».

S.C.