I disabili gravi hanno diritto alle quote di compartecipazione al costo dei servizi socio – sanitari erogati dagli Enti Locali esclusivamente in base alla propria situazione economica.
E’ quanto è stato stabilito dalla sentenza n. 42 del TAR di Catania, sulla quale così si è espresso il consigliere comunale Carmelo Giaimo.
-Nello specifico la sentenza, annullando il regolamento del Distretto Socio Sanitario D48, ha precisato che per la determinazione delle fasce di reddito ai fini della definizione delle modalità di contribuzione al costo delle prestazioni socio sanitarie integrate, bisogna tener conto della situazione economica del solo assistito (il disabile grave) e non della situazione reddituale del nucleo familiare dell’utente.
Il riferimento è al servizio di assistenza domiciliare a cui, sempre più frequentemente, le famiglie di persone con disabilità grave ricorrono per favorire il mantenimento o il reinserimento degli stessi nel proprio ambiente di vita e nel contesto sociale di appartenenza, ma anche per garantire loro servizi utili come ad esempio andare a prendere le medicine o il disbrigo di pratiche sanitarie.
Pur tuttavia a fronte di quella che possiamo, a ragione, ritenere una “esigenza inderogabile- del disabile e con la medesima frequenza con cui vengono presentate le istanze di richiesta, molte famiglie sono costrette a dover-rinunciare- al servizio perché, spesso, la quota di compartecipazione richiesta incide considerevolmente sul bilancio familiare.
Il dispositivo della sentenza, che peraltro conferma quanto disposto dal D.L. 130/2000, riafferma nella sostanza quei principi di solidarietà sociale, da tutti enunciati e quasi mai attuati, che sono alla base di una società civile che non può non farsi carico dei bisogni delle famiglie più sfortunate ponendo a carico dell’intera collettività i costi delle prestazioni socio sanitarie.
Nel ritenere che il giudizio del TAR di Catania abbia dato chiare indicazioni sulla questione, chiedo al Sig. Sindaco che si faccia promotore di indire una conferenza dei servizi al fine di valutare la possibilità di far propria la sentenza estendendone i benefici alle famiglie dei disabili gravi della nostra città e che, in attesa che l’Istituzione per i Servizi Sociali si doti di un proprio regolamento di servizio, si rivedano le quote di compartecipazione attualmente in vigore, adeguandoli a quanto previsto dall’art. 3 comma 4 del D.L. 130/2000-.