«I Ds e la stampa non hanno mai approfondito le denunce del professore Parmaliana»

Mea culpa, per sé e per i colleghi di partito. Il consigliere provinciale Giuseppe Grioli (nella foto), ex Ds, adesso Pd, ammette che le denunce del professore Adolfo Parmaliana sul sistema della giustizia e della politica in provincia di Messina non sono mai state approfondite dal partito e dalla stampa. Come a dire che il professore era stato lasciato solo nelle sue battaglie sul fronte politico come su quello civile. Di seguito la nota.

Manifesto senza alcuna remora che il consueto clima infuocato che regnava nelle direzioni provinciali dei Ds a Messina mi aveva fatto ritenere che gli interventi documentati e perfettamente esposti da Adolfo Palmaliana, fossero frutto esclusivo di scontri all’interno dell’Amministrazione di Terme Vigliatore e del partito dei Ds di quel territorio. Anche lo scioglimento per mafia del Comune di Terme Vigliatore è stato quasi sempre oggetto dei suoi interventi e quasi mai oggetto di approfondimenti nel partito e nella stampa cittadina. Oggi, purtroppo solo oggi, dopo il suo gesto terribile mi è possibile vedere che tutta la sua inquietudine, la sua inflessibilità, a volte ritenuta eccessiva anche da me, era il frutto di una ricerca estenuante di verità, di giustizia, del senso più profondo dello stato.

I fatti che emergono dai suoi documenti e dalle informazioni raccolte dall’avvocato Repici ed in ultimo dal contenuto dell’interrogazione dell’ On. Lumia, meritano un approfondimento dettagliato per restituire a Messina la verità. È inquietante solo il sospetto che nella nostra provincia ci siano alcuni giudici che frequentino personaggi legati alla mafia, che le inchieste condotte dalle forze dell’ordine subiscano rallentamenti nelle aule dei tribunali, e che l’unica reazione che si registra dinnanzi a tutto questo intreccio perverso di rapporti sia quella dell’ANM a difesa dell’-onore- della magistratura. Per restituire prestigio alla magistratura messinese è necessario andare fino in fondo per accertare le responsabilità dei singoli magistrati coinvolti, se ce ne sono, e dimostrare che dinnanzi al prestigio della Magistratura vi è il bisogno di verità anche se questa può risultare scomoda.

Purtroppo il Caso Messina esplode ogni qualvolta c’è un morto di mezzo. Passato il clamore si sprofonda nuovamente nel silenzio e nell’indifferenza che sembra avvolgere Messina come sua caratteristica genetica. Tutti coloro che hanno conosciuto Adolfo Palmaliana e come me non lo hanno capito credo abbiano il rimpianto di non essere riusciti a percepire che dietro gli scontri e le sue parole estremamente intransigenti si nascondeva una grande tensione morale e civile che lo ha portato all’estremo gesto per far vincere la giustizia sull’ingiustizia.

Dobbiamo pretendere la verità anche nel rispetto della sua memoria.–