Ente Porto, Lombardo sempre più convinto: «Il Punto franco presidio “autonomistico” irrinunciabile»

Ormai da Palermo la strada è avviata: l’Ente Porto non si tocca e il Punto Franco è diventato “punto fisso” delle attenzioni del governatore Raffaele Lombardo. Il presidente della Regione, infatti, ha disposto una ricognizione tecnico-normativa «per salvaguardare il patrimonio regionale impegnato nell’Ente Porto di Messina», a cura dell’ufficio legislativo e legale della Regione, con il sostegno tecnico del servizio ispettivo della segreteria generale della presidenza. Dunque dopo la clamorosa retromarcia rispetto a ben due delibere di giunta con la quale, ad aprile e a luglio scorso, era stata avviata la procedura di scioglimento dell’Ente Porto, il presidente della Regione continua a puntare la propria attenzione sulle aree della zona falcata oggetto del contendere.

«Considerato che l’ingente valore dei beni demaniali e delle opere realizzate con finanziamenti regionali rientra nelle responsabilità di gestione della Regione Siciliana – si legge in un comunicato della Regione – il presidente ha deciso di avviare una ricognizione per verificare la natura dei rapporti e del contenzioso tra Ente Porto e Autorità portuale di Messina. Parallelamente l’ufficio legislativo dovrà verificare la consistenza dei beni di proprietà dell’Ente porto, l’ammontare degli investimenti e dei costi di gestione sostenuti, i confini delle sue pertinenze e la coerenza ai confini delle previsioni del piano regolatore del porto di Messina. Parallelamente l’ufficio legislativo e legale e l’assessorato regionale all’economia avvieranno un monitoraggio dell’attività posta in essere dal commissario straordinario dell’Ente porto».

Con l’avvio delle procedure di scioglimento dell’ente, stoppate di fatto con l’ultima delibera di giunta, la Regione si è “accorta” dell’esistenza di beni materiali e immateriali riconducibili alla propria titolarità: dal demanio regionale alle infrastrutture della stazione di degassifica, dal secondo bacino di carenaggio al “punto franco” identificato nell’area dell’Ente portuale dalla legge 191 del 1951 ad oggi inattuata. «Nella proiezione istituzionale del federalismo fiscale – afferma Lombardo – la realizzazione del “punto franco” a Messina attraverso il varo del decreto attuativo da parte del governo nazionale rappresenta, infatti, un “presidio” autonomistico a cui è difficile rinunciare “per scelta”».

A fugare ogni dubbio sull’opportunità di un approfondimento dei temi che riguardano i beni di pertinenza dell’Ente Porto di Messina, secondo il presidente della Regione, è intervenuta, tra l’altro, la più volte citata sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa, depositata proprio il 25 gennaio scorso. Sentenza nella quale si legge che «i beni di pertinenza dell’Ente porto non possono in nessun modo essere considerati proprietà dell’Autorità portuale di Messina».