La deputazione regionale sembra compatta su una linea: no all’Ente Porto, sì al Punto franco, ma non nella zona falcata. Area inopportuna sia per dimensioni sia per posizione geografica, ma anche per ragioni strategiche legate ad un’idea di sviluppo della città che non può dipendere dal bunkeraggio e dagli oli e i gas delle sentine delle navi. E’ quanto emerge dal vertice tenutosi stamani a Palazzo Zanca tra Giuseppe Buzzanca, nella doppia veste di sindaco e deputato regionale, e gli altri parlamentari Nino Beninati (Pdl), Giovanni Ardizzone (Udc), Giuseppe Picciolo e Filippo Panarello(Pd), al quale hanno partecipato anche l’assessore alle Partecipate della Provincia, Michele Bisignano, ed il presidente della Camera di Commercio, Nino Messina. Ognuno ha espresso la propria posizione di partenza, tra chi è deciso nel chiedere la liquidazione dell’Ente senza se e senza ma e chi, invece, è disposto ad un compromesso purché il Punto franco non si realizzi nella zona falcata. Quest’ultimo punto è condiviso da tutti, così come sembra unanime l’idea che sia l’area del Mela la più idonea ad ospitare un eventuale Punto franco.
A questo punto, ha confermato Buzzanca, la partita sul futuro della Falce e sulla sopravvivenza o meno dell’Ente Porto (con tutto ciò che essa implicherà) si giocherà su due tavoli: uno a Palermo, appunto, dove avverrà il confronto tra la deputazione regionale messinese e il presidente della Regione Raffaele Lombardo, protagonista del clamoroso dietrofront che ha portato alla “resurrezione” dell’Ente (e a nuove trattative con due importanti aziende europee, leader nel settore del bunkeraggio); l’altro a Roma, dove Buzzanca incontrerà il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli per definire il percorso che dovrà portare ad un accordo di programma tra Autorità portuale ed Ente Porto. Accordo che dovrebbe definire una volta per tutte confini e competenze, mettendo fine ad uno scontro istituzionale che rappresenta un freno ormai inaccettabile per lo sviluppo della città.