La famiglia dell’Udc si allarga: Melazzo e Greco -sposano- il gruppo D’Alia

C’è un nuovo partito di maggioranza, in consiglio comunale, che fa -concorrenza interna- al Pdl ed è l’Udc. Questa mattina ha ufficializzato il suo passaggio al partito della Vela, gruppo D’Alia, Giuseppe Melazzo (nella foto col suo ex capogruppo Capurro), che lascia il Pdl dove militava in quanto esponente di Forza Italia. Ma non è il solo. Nel pomeriggio anche Marcello Greco renderà ufficiale la sua decisione di abbandonare il Pd, transitando anch’egli all’area dell’Udc più vicina al capogruppo dei senatori. Una campagna acquisti che, stando alle voci di corridoio, potrebbe essere ancora in itinere e sembra riservare nuovi colpi di scena, forse già nei prossimi mesi.

Torniamo a Melazzo. L’ormai ex riferimento in consiglio del deputato forzista Francesco Stagno D’Alcontres motiva la sua decisione con una lunga ed evidentemente sofferta lettera d’addio al partito. In Forza Italia dal ’94 e nel Pdl dal 2008, Melazzo è stato rieletto in consiglio nell’ultima tornata elettorale, e qui ha iniziato a constatare nel partito che oggi, lo ricordiamo, esprime sindaco e presidente della Provincia, il «progressivo ma costante distacco dalle ragioni ideali e dagli obiettivi che credevo alla base del programma politico che avevo condiviso». Un distacco aumentato con la nascita del Pdl. «I principi di moderazione, pacatezza, confronto, attenzione alle esigenze della comunità – scrive Melazzo – sono state lentamente sopravanzate da sempre più prepotenti istanze personalistiche».

«Il Pdl si è portato dietro gli irrisolti dilemmi dei partiti d’origine», afferma Melazzo, secondo il quale «si è gravemente consolidata l’atavica difficoltà di Forza Italia ad avviare un serio percorso di formazione e selezione della nuova classe dirigente», con la conseguenza che «soprattutto a livello locale, prendesse il sopravvento il maggior radicamento, anche politico, di Alleanza Nazionale, la cui azione politica non è mai stata autenticamente caratterizzata da ideali di moderazione, pacatezza e perseguimento dell’interesse comune». Duro il giudizio di Melazzo sui primi mesi di consiglio comunale, durante i quali «ho dovuto assistere ad una sempre più insistente mortificazione dell’intero consiglio, delle prerogative e dei poteri dei singoli consiglieri», i quali «nelle intenzioni di alcuni dovrebbero forse rappresentare solo silenziosi spettatori accondiscendenti». A tutto questo Melazzo si è opposto più volte, con riflessioni che «sono rimaste sistematicamente inascoltate se non addirittura esplicitamente osteggiate da una parte consistente del mio stesso partito».

Da qui la decisione «realmente sofferta» di lasciare il Pdl, rivendicando «con forza il mio pieno dovere e diritto di proseguire gli impegni che ho assunto in campagna elettorale con gli amici che hanno condiviso ed anche oggi condividono le ragioni della mia scelta. Proprio in tale ottica non posso che condividere il progetto di nuova grande forza moderata che sta alla base della Costituente di Centro recentemente proposta dagli amici dell’Udc». Una Costituente di Centro che, dopo le europee di giugno, potrebbe allargarsi ulteriormente.

(foto Dino Sturiale)