Franceschini apre la festa del Pd e chiude lo sciopero della fame di Rosaria e Letizia

Un primo risultato Dario Franceschini lo ha ottenuto. Giunto a Messina accompagnato dal segretario regionale Francantonio Genovese, la prima tappa è stata Palazzo Zanca, non per prendere un caffè col sindaco ma per mostrare la propria solidarietà a Rosaria Marchetta e Letizia Sauta, le due insegnanti precarie che da venerdì scorso attuavano uno sciopero della fame a piazza Municipio per i tagli alla scuola decisi dal Governo. Franceschini si è intrattenuto con loro, le ha tranquillizzate garantendo la propria vicinanza. E chiedendo loro di sospendere lo sciopero della fame.

La risposta di Rosaria e Letizia arriva poco dopo, quando Franceschini è già in Fiera per la “festa democratica”: sciopero della fame sospeso, «perché abbiamo fiducia in lei, onorevole», ma presidio che continuerà ad opera degli altri precari, che domani si uniranno ai colleghi di Palermo e Catania. «I provvedimenti di questo Governo sulla scuola – afferma il segretario regionale del Pd – fanno gridare vendetta. E’ un settore dove si dovrebbe investire di più, e invece si tagliano risorse. E poi la si smetta di parlare di precari: questa è gente che lavora da vent’anni, e come ringraziamento viene mandata a casa. Mi sconcerta che quando serve accendere i riflettori si stravolgono i palinsesti televisivi, ma per dar voce a questa gente no». Una chiara stoccata alla polemica sulla puntata di Porta a Porta di ieri sera “dominata” dal premier Silvio Berlusconi.

Berlusconi è ovviamente l’obiettivo primario di Franceschini: «Riesce a trasformare tutto in uno show mediatico, mettendo in luce le anomalie di questo sistema. E dimostrando un grande errore di cui siamo responsabili: non aver approvato una legge contro il conflitto d’interessi quando eravamo al Governo». L’attuale leader del Pd, in corsa per la segreteria nazionale con Bersani e Marino, non si sottrae all’argomento Udc: «Dobbiamo essere realisti, per ragione sociale l’Udc è un partito che sceglie con chi stare di volta in volta. Per noi l’importante è che le scelte siano chiare, poi regione per regione potremo verificare le condizioni per eventuali alleanze, purché ci si distingua dalla destra». E Fini? «Un avversario, ma un avversario “normale”, che accetta le regole».

Franceschini, per la cui mozione in Sicilia è in corsa Giuseppe Lupo, afferma che «il Pd siciliano è un grande partito. E’ sbagliato dividerlo tra chi è amico di un pezzo del centrodestra e chi è amico di un altro. E’ chiaro che in Sicilia è saltato un accordo di potere, ed è quello che succede quando il ringraziamento per il grande numero di voti assicurati in questi anni al centrodestra si manifesta nel taglio di fondi al Mezzogiorno. Il centrodestra, va ricordato, ha governato in sei degli ultimi otto anni, e dopo sei anni è tempo di bilanci. Beh, il bilancio per il Mezzogiorno direi che è disastroso». Franceschini non tocca l’argomento Ponte (volutamente?), se non quando, sceso dal palco, viene sollecitato dai giornalisti locali: «Dico solo che il problema infrastrutturale in Sicilia è ben più vasto e diverso dal Ponte». (foto Dino Sturiale). Correlato in basso l’articolo sulle recriminazioni dei componenti della commissione di vigilanza provinciale del Pd.