Perplessità su nuove primarie in coincidenza delle Europee, necessità di passare, per il rilanci del partito, da un rinnovo dei vertici, assunzione di responsabilità da parte di tutti, più autonomia rispetto alla direzione nazionale. Questi i punti salienti toccati dall’assemblea regionale costituente del Partito Democratico, riunitasi stamani a Palermo. E’ stata approvata, con un ordine del giorno, la relazione del segretario regionale Francantonio Genovese (nella foto), che rimarrà in carica fino a ottobre. Attraverso l’ordine del giorno si «esprime l’opportunità e l’urgenza di un impegno fortemente unitario per rilanciare l’attività politica del partito, anche mediante la creazione di un coordinamento politico, per la valorizzazione delle realtà locali e l’organizzazione di specifiche iniziative politiche territoriali. Tutto ciò al fine di preparare ed affrontare, con la più ampia partecipazione e nell’interesse generale del partito, le prossime scadenze elettorali e la gestione delle diverse fasi congressuali».
Affrontato, come detto, il tema di possibili primarie da svolgere in coincidenza con le europee. Genovese ha affermato di non condividere «la tesi di chi sostiene che lo svolgimento della complessa procedura delle primarie, in coincidenza con l’imminente campagna elettorale, possa realmente favorire il rilancio dell’azione politica del partito ed il suo radicamento nel territorio». Nonostante la «crisi evidente» del partito, secondo l’ex sindaco di Messina le «scadenze elettorali richiedono un profilo di responsabilità definito. Non sostengo alcuna tesi che propugni soluzioni, formalmente transitorie, consegnando di fatto la nostra esperienza ad una vacatio».
Genovese ammette che «il rilancio del Pd non può prescindere dal compimento di alcune scelte obbligate: prima di tutto, l’azzeramento e la riformulazione di tutti gli organismi dirigenti non elettivi; la creazione di un coordinamento politico; un impegno informato al senso di responsabilità senza cedimenti ai personalismi ed alla spasmodica ricerca di visibilità personale a tutti i costi; la valorizzazione delle realtà territoriali».
L’Assemblea ha anche deciso di mantenere la denominazione “Partito democratico siciliano”, cercando una mediazione con l’organo nazionale di garanzia, che aveva chiesto la modifica con “Unione regionale”. «Potrebbe sembrare una vicenda secondaria sotto il profilo politico – commenta Genovese – ma rappresenta, invece, un caso emblematico di contraddizione tra ciò che si dice e ciò che si fa; perché dopo tanto parlare di struttura federale, di autonomia dei livelli regionali, è incredibile che ci si impunti oggi su una questione apparentemente formale».
«E’ venuto il momento – conclude il segretario regionale del Pd – di aprire con il partito a livello nazionale una interlocuzione forte, un confronto chiaro sul ruolo e sull’autonomia che il Pd siciliano intende avere, con piena assunzione di responsabilità nella buona e nella cattiva sorte. Facendo intendere sin d’ora che non si ripeteranno più certi errori del passato, che non saremo disponibili ad accettare supinamente nessuna forma di ‘commissariamento’ della nostra azione politica. Che può essere giusta o sbagliata, ma è la nostra, dei Democratici siciliani».
(foto Dino Sturiale)