I Giovani Democratici presentano il loro programma europeo e lanciano Maria Flavia Timbro

«I nostri genitori hanno visto nascere l’Unione Europea, noi ci siamo nati dentro». Così Maria Flavia Timbro (nella foto), la ventinovenne candidata messinese del Pd alle Europee, spiega perché è il programma dei Giovani Democratici quello con gli spunti più interessanti di una campagna elettorale lontana dalla quotidianità nonostante, dice sempre la Timbro, «in Europa si decide tutto sulla nostra quotidianità».

Stamani in tutta Italia i Giovani Democratici, l’ala giovanile del Pd, hanno presentato i loro punti programmatici. Nella saletta commissioni di Palazzo dei Leoni era presente il direttivo regionale e provinciale, a partire dal segretario Salvo Nicosia.

«Siamo una generazione – si legge nel documento – che non ha conosciuto ne frontiere ne divisioni. Nella difficile fase che l’economia globale sta attraversando, l’Europa diventa indispensabile. E’ inimmaginabile credere che gli stati nazionali possano uscire da questa crisi senza l’Europa.Vogliamo un’Europa dei cittadini prima che degli stati o delle lobbies, che attraverso la costruzione di un nuovo assetto istituzionale sia capace di svolgere un ruolo forte nello scacchiere internazionale. Siamo convinti della necessità di una comune ed autorevole politica estera europea e di un sistema di difesa comunitario unico».

«Oggi – prosegue – il baricentro politico ed economico del pianeta si è spostato dall’atlantico al mediterraneo. Il Partito democratico ha segnato nel suo codice genetico l’integrazione europea come priorità ed opportunità per l’Italia e prospettiva politica irrinunciabile per le giovani generazioni. Noi, Giovani democratici, siamo convinti che attraverso il nostro impegno diretto nelle amministrazioni locali riusciremo a dimostrare di voler essere il motore di questo processo».

I Giovani Democratici puntan a un -New Deal Ecologico-: «I paesi europei sono impegnati a raggiungere entro il 2020 l’ambizioso obiettivo 20 20 20: Produrre il 20% dell’energia da fonti rinnovabili, risparmiare il 20% del consumo energetico e ridurre del 20% le emissioni di CO2. Non sono solo freddi numeri ma l’unica strada possibile per garantire all’Italia un futuro sostenibile». E dunque più spazio al fotovoltaico e all’eolico, ai Campi Solari Condivisi mobilità sostenibile, a bike sharing e car sharing, ai servizi pubblici.

E ancora, si chiede più «trasparenza nella gestione delle risorse». Infatti «la commissione europea gestisce un bilancio di 235 euro annui per ogni cittadino per finanziare progetti e misure proposte dal Parlamento Europeo e dal Consiglio d’Europa. Solo attraverso una gestione attenta e trasparente di queste risorse riusciremo a riavvicinare le istituzioni e i cittadini europei». Interventi anche sul sociale: «Chiediamo la garanzia di un reddito minimo durante gli studi sotto la forma di un prestito d’onore, un piano per l’edilizia giovanile,  il superamento del dualismo contrattuale che regoli la flessibilità».

Inevitabile il passaggio sull’istruzione, a partire dalle basi poste dalla -Strategia di Lisbona-. I Giovani Democratici chiedono di «investire maggiormente su sistemi formativi omogenei che favoriscano risorse pubbliche destinate alla Scuola, all’Università, alla Ricerca. Per questo va incrementata la mobilità studentesca, introducendo un Universal Erasmus che consenta a tutti gli studenti europei di vivere un’esperienza di formazione o studio all’estero. Chiediamo l’introduzione di un servizio civile europeo Un esercito senz’armi al servizio della tutela del patrimonio culturale e ambientale, a sostegno delle politiche sociali».