Il governatore Lombardo dichiara guerra al clientelismo: «Non si può andare avanti così, si deve cambiare»

Dice di voler passare, una volta per tutte, dalle parole ai fatti il presidente della regione Sicilia Raffaele Lombardo che, nel corso di una lunga intervista rilasciata al quotidiano “Il Giornale” tuona: “E’ il momento di dire basta a quel sistema clientelare che ormai da trent’anni soffoca la Sicilia impedendole così di tornare alla normalità. Non siamo diventati improvvisamente santi – ci tiene a precisare il governatore – ma serve una soluzione, c’è un eccesso di personale in tutti campi”.

Per il baffuto presidente è dunque il momento di snellire e smaltire il goffo apparato burocratico siciliano che, ahimè, conta ben 21 mila dipendenti in eccesso “figli” di amici degli amici che hanno costretto chi veramente aveva delle capacità ad allontanarsi dalla propria terra. Buone intenzioni che tuttavia nella pratica, soprattutto per chi quotidianamente è costretto a conviverci, rischiano di suonare come il più classico e scontato degli slogan elettorali fuori stagione. E tuttavia il governatore siciliano afferma: “Preferisco correre il rischio di perdere consenso che continuare a fare danni a questa terra. Si sta facendo strada nella coscienza dei deputati la necessita’ di risanamento e di riforma. C’e’ una riqualificazione del consenso in direzione della politica con la ‘p’ maiuscola. Sto incontrando molte resistenze – ammette – non so se riusciro’ o se mi ‘faranno fuori’ ”.

Nel confronto con il giornalista del quotidiano, Lombardo sottolinea come, a suo dire, il primo concreto passo verso il cambiamento sia stato fatto ieri con l’annuncio delle nomine dei nuovi tecnici e direttori generali del comparto sanità che, eccezione fatta per il riconfermato Giuseppe Pecoraro al Policlinico di Messina, sono tutti volti nuovi, “selezionati”, sottolinea il governatore, indipendentemente da qualsiasi pressione politica: -Ho rabbia – afferma – per le risorse sprecate e saccheggiate, non possiamo piu’ permettercelo, abbiamo il federalismo puntato alla tempia: o siamo virtuosi o affondiamo-, conclude Lombardo.

E proprio in merito alle nomine arriva il pungente commento del deputato del Pdl Roberto Corona che afferma: “Ho notato con piacere che, il Presidente Lombardo e l’Assessore Russo, per le nomine nella sanità hanno applicato l’espressione -nemo profeta in patria sua – in tutte le provincie siciliane ad eccezione di Ragusa,Palermo e Catania. Mentre sono deluso perchè tra i 17 manager nominati nessuno è nato a Messina, anche se nell’elenco dei 613 idonei c’erano parecchie professionalità della provincia di Messina. Ancora una volta Messina è stata colonizzata”.

Intanto dai piani alti del potere si continua a discute di “questione meridionale”, primo fra i punti all’ordine del giorno dell’agenda politica del governo alla ripresa di settembre. Il ministro per le infrastrutture e i trasporti Matteoli avanza infatti l’ipotesi della creazione di un ministero per il Mezzogiorno che si occupi in modo organico di tutte le questioni riguardanti il bel paese. Una possibilità che tuttavia lo stesso ministro sembra non condividere.