Dopo un mese di sangue, scontri e distruzione, L’IDF (Israeli Defence Force) ha ritirato, pochi giorni fa, il grosso del proprio contingente bellico dalla striscia di Gaza. Israele ha portato a termine la propria missione: i 32 tunnel che dalla striscia si diramavano verso il territorio Israeliano sono stati distrutti. Hamas non potrà più servirsi di questi ultimi per condurre attacchi dritti al cuore di Israele. La sicurezza e la serenità del popolo israeliano è stata salvaguardata. E’ tempo di bilanci, dopo un mese di guerra. 55 morti sul versante israeliano, tra cui 3 civili; 1800 morti sul versante palestinese, di cui il 70% costituito da donne e bambini. 3 civili sono stati uccisi da Hamas; oltre 1000 dall’ IDF. Hamas è da tempo considerata un’ organizzazione terrorista da USA, ONU, UE, etc. L’ ONU definisce come terrorismo “una serie di atti intesi a causare morti o feriti tra civili o non combattenti quando lo scopo di tali atti, per loro natura, è intimidire una popolazione o obbligare un governo o un’organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere una determinata azione.” (UN 2004). Se si analizzasse l’attuale conflitto Israeliano-Palestinese alla luce di tale definizione, la condotta dell’IDF risulterebbe quanto meno discutibile. E’ vero, gli oltre 1000 civili palestinesi uccisi potrebbero essere considerati vittime “accidentali” di guerra, risultato di una serie di manovre belliche atte alla distruzione dei tunnel di Hamas. Tuttavia, questi morti costituiscono più verosimilmente la prova di un’intimidazione condotta da Israele per frenare l’attività del neo-nato governo di unità nazionale palestinese, formato dalla coalizione Fatah-Hamas, così da portare avanti una totale occupazione militare della Palestina. Il nuovo governo Palestinese formatosi a maggio di quest’anno, a differenza di Hamas che non riconosce l’esistenza di Israele, si era detto favorevole ad una convivenza pacifica con quest’ultimo. L’omicidio di tre ragazzini israeliani e l’esistenza dei tunnel di Hamas, causa dell’inizio delle ostilità, sembrerebbero un semplice pretesto. Le ragioni di questo conflitto hanno chiaramente una natura politica che va oltre la semplice salvaguardia della sicurezza Israeliana, come dimostra l’odierna ripresa delle ostilità, nonostante la distruzione dei tunnel. L’ONU ha nell’ultimo mese accusato Israele e Hamas di essersi macchiati di crimini di guerra, avendo entrambi bombardato zone densamente popolate da civili. Israele ha però contenuto notevolmente i danni, in quanto dotato del così detto Iron Dome: un avanzatissimo sistema di difesa anti-missile, finanziato dagli Stati Uniti. Gli unici civili ad essere stati trucidati in massa sono dunque unicamente Palestinesi. Scuole Palestinesi sono state bombardate e bambini Palestinesi sono stati uccisi. Sembra quasi che il loro sangue non sia sufficiente a classificare come terroristiche le manovre belliche dell’IDF, IDF che non è nuovo all’utilizzo di tali pratiche. Nel 1985 ad esempio, nel tentativo- privo di alcun successo- di uccidere un capo sciita, Israele, CIA ed MI-5 fecero esplodere in Libano un’auto che uccise 80 civili, ferendone oltre 200, principalmente donne e bambini. Tale operazione è passata alla storia come” anti-terrorismo” o “guerriglia a bassa intensità”. Come avremmo definito queste pratiche militari se fossero state condotte da Hamas e come avremmo giudicato la condotta di questi ultimi se gli oltre mille civili uccisi nell’ultimo mese fossero stato Israeliani? Sembrano dunque più attuali che mai, alla luce del recente conflitto, le parole di Noam Chomsky, il quale ritiene che è terrorismo solo ed esclusivamente quello “loro” contro di “noi”, non il “nostro” contro di “loro.”