Nel corso del pomeriggio, il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, ha riferito all’Ars sull’alluvione di Messina. “La pioggia è durata cinque ore circa – ha esordito -, e quella di maggiore intensità dalle 17 alle 20 del primo ottobre. Non si poteva prevedere la localizzazione è stato un temporale senza interruzione durante il quale sono caduti 220 millimetri di pioggia, in tre ore. E’ un fenomeno che, statisticamente, può succedere solamente in 300-600 anni”. Poi Lombardo si è soffermato sulle zone colpite: -E’ un’area particolarmente a rischio – ha detto – già nel 2007 e’ stato un anno in cui tutta la fascia ionica e’ stata interessata da un’emergenza. Ci rendiamo conto che c’e’ tanto abusivismo nella zona ma le case toccate dalla frana nella gran parte dei casi erano abitazioni che risalgono anche a due secoli fa, quindi non c’entra l’abusivismo. Si tratta di un’area, la Sicilia orientale, il cui rischio idrogeologico conosciamo – ha aggiunto – ma e’ un’area ad altissimo rischio sismico e l’abuso che si e’ fatto del territorio disegna una condizione e una prospettiva sicuramente complicata e difficile-.
-Se possibile si ricostruirà – ha poi concluso Lombardo -, ma bisogna rinaturalizzare cercando di ripiantumare le colline e mettere in sicurezza questi centri. E’ questo al primo posto della nostra attenzione. In Sicilia 32mila i fatti franosi così come censiti dal Pai (Piano di assetto idreogeologico)-.
A seguire l’intervento di Giovanni Ardizzone, Udc, vicesindaco Messina: -Rimboscamento, rinaturalizzazione, liberiamo i torrenti dal cemento. Dobbiamo avere il coraggio di fare queste cose. Il ponte sullo stretto non è piu tra le priorità dei siciliani, prima bisogna mettere in sicurezza il territorio e poi ne riparliamo-. Poi parlano Antonello Cracolici (capogruppo Pd) e Francesco Musotto (capogruppo Mpa).
Forte l’intervento di Giuseppe Buzzanca, deputato del Pdl e sindaco della città di Messina: “Il 25 ottobre del 2007, l’allora presidente del Consiglio Romano Prodi, individuava in Salvatore Cocina (attuale capo della prot.civile siciliana) il commissario straordinario per l’ emergenza di Messina e della fascia jonica – ricorda -. Dotando lo stesso di 3 milioni di euro più 4 a valere sui fondi Cipe. L’ordinanza chiarì il motivo di quel disastro, che grazie a Dio non provocò morti: Dissesto idrogeologico. Oggi non vogliamo dire o dare colpe, ma è innegabile che i soldi non sono stati spesi. C’è stato un rimpallo tra genio civile e commissario straordinario, che verrà chiarito in altra sede. Ma deve essere fatto al più presto per dare dignità ai morti”.
Poi sullo ‘sciacallaggio politico’, già richiamato stamattina in occasione del confronto con gli altri sindaci della Provincia. “Abbiamo subito supinamente, senza difese e posizioni vere, gli attacchi di certa stampa e di autorevoli esponenti politici che hanno voluto attribuire l’accaduto all’abusivismo. Così non è”. Ma il primo cittadino va oltre: “Ci sono delle cose che non hanno funzionato – conclude Buzzanca -. Come il sistema di allerta meteo. Ora bisogna invertire la rotta. Facciamo in modo che da qui in avanti si possa stare sicuri nelle proprie case. Bisogna far tornare presto gli sfollati nelle proprie abitazioni. Sulla sicurezza a nessuno è dato discutere o fare scelte populistiche. In passato avevo chiesto fondi ma mi sono stati negati”.
E a proposito di tagli, il capogruppo del Pdl Innocenzo Leontini ha rincarato la dose dopo l’intervento di Buzzanca, citando un decreto del novembre 2008 del ministero dell’Ambiente che con l’intesa della Regione eliminava una serie di interventi sul rischio idrogeologico nella provincia di Messina, tra i quali uno su Giampilieri.
A chiudere la seduta è nuovamente il presidente della Regione: -Domani sarò alla conferenza delle regioni, dopodomani vedrò Bertolaso, giovedì credo che sarò a Messina. Voglio tornare in Aula a riferire se non settimanalmente, mensilmente su Messina. Ho letto della vicenda di Simone Neri, che ha salvato otto vite e poi ha perso la sua. Permettetemi di citare il suo caso. Ecco, io vorrei che i nostri sindaci dedicassero strade e piazze ai nostri eroi, come Simone. Parlero’ anche al sindaco di Palermo: perche’ non intitolargli piazza Indipendenza?-.
Emanuele Rigano