E’ un articolo firmato da Marco Bucciantini, l’inviato de l’Unità sui luoghi della tragedia di Messina a scatenare l’ira del ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo, in questi giorni in città per constatare di persona i danni causati dalla tragedia di giovedì notte. La tesi sostenuta dal redattore del quotidiano della De Gregorio si concentra sui mancati interventi nella zona colpita dall’alluvione già nel 2007. Il giornalista scrive: “Nel 2008 l’assessore regionale Sorbello e il deputato Panarello del Pd chiesero 11 milioni di euro da investire per la messa in sicurezza della montagna assassina, ma Tremonti e la Prestigiacomo preferirono le spiagge”
Questa la replica dell’entourage del ministro: “La notizia è totalmente falsa e innesca una polemica strumentale, vergognosa in un momento di grande lutto nazionale. In un momento in cui il paese, di fronte ai morti sotto le macerie ed al fango, dovrebbe apparire unito, si sparge fango mediatico in nome della lotta politica”. Nella nota si specifica che i criteri di assegnazione dei finanziamenti avviene sulla base dei rischi segnalati all’interno del Pai (Piano assetto idrogeologico) e si legge: “Ad oggi Giampilieri non figura fra le zone ad alto rischio idrogeologico nel PAI della Regione Siciliana, in via di aggiornamento. Tuttavia era noto che Giampilieri era stata interessata da una alluvione nel 2007, ma che era al tempo stesso in atto una gestione commissariale con un finanziamento non speso di circa 3 milioni di euro”. Soldi questi ultimi, che l’ing. Capo della protezione civile Salvatore Cocina in occasione di una delle conferenza stampa tenutasi negli ultimi giorni in Prefettura, ha dichiarato essere stati destinati per la fascia ionica da Taormina e Messina ed utilizzati in una serie di interventi realizzati dalla Protezione Civile due dei quali proprio nella zona di Giampilieri. Risorse che dunque, bene o male non sta a noi dirlo, non sembrano essere rimaste chiuse nel -cassetto-.
Nel comunicato del Ministero si legge inoltre: “I Fondi assegnati alle Eolie e a tanti altri Comuni non fanno parte della legge sugli interventi urgenti per dissesto idrogeologico (legge Sarno) ma di un’altra norma della Finanziaria 2007, i fondi generici per la tutela ambientale e la difesa del suolo. Le isole Eolie sono territori fortemente a rischio di erosione costiera e sono caratterizzati da frequenti frane a mare. E’ inoltre uno speciale dovere dello stato tutelarle, trattandosi di “Patrimonio Mondiale dell’Umanità”, riconosciuto dall’Unesco come sito naturalistico. I fondi si cui si fa riferimento negli articoli sono stati destinati nel dicembre 2008. Purtroppo non un euro è stato ancora speso dai comuni, né un’opera realizzata dopo 9 mesi – conclude il documento – dovendosi rispettare le procedure ordinarie sia per le progettazioni che per la realizzazione delle opere. Adombrare che quei fondi potevano evitare il disastro è esercizio di cinismo politico sconcertante”.
E proprio sul “giallo” degli undici milioni di euro arriva un’ulteriore chiarimento del sindaco Buzzanca: “Il Ministero dell’ambiente ha trasferito al Comune, dal 2007, finanziamenti con destinazione vincolata. In particolare la somma complessiva di 11 milioni e 188 mila euro, in due tranche di 7 milioni e 22 mila euro e di 4 milioni 165 mila euro, che sono state accreditate rispettivamente il 20 dicembre 2007 ed il 15 dicembre 2008. Le risorse erano destinate esclusivamente all’acquisto di autobus a metano, alla rete ciclabile urbana e litoranea, alla moderazione del traffico veicolare nel centro urbano, alla realizzazione del centro distribuzione urbana delle merci, di messa in sicurezza della tranvia e 735 mila euro per la messa in sicurezza del torrente Annunziata. Il Consiglio comunale, con propri emendamenti, in fase di approvazione del bilancio 2009, aveva poi riconfermato la destinazione delle risorse”.
Tanta confusione, un’unica certezza: quei soldi non era comunque destinati alla messa in sicurezza della “montagna assassina”.