C’era una volta il trasporto pubblico. Inizia così il quotidiano incubo fiabesco, vissuto, e purtroppo non sognato, dalle migliaia di utenti messinesi costretti a viaggiare su mezzi pubblici che due volte su tre non raggiungono la meta prevista, ad attendere per più di un’ora alla fermata del bus, estate e inverno, con il caldo afoso e con la pioggia battente. Situazione ancor più complicata per coloro che abitano nelle zone dei villaggi collinari e che, per ovvie ragioni di opportunità economica o di oggettiva mancanza di alternative, devono, o per lo meno dovrebbero, usufruire del trasporto pubblico.
Non sono però solo i cittadini a non poterne proprio più. C’è rabbia, indignazione nella lettera-sfogo che il consigliere del VI quartiere Giusy Feminò, da sempre in prima linea sull’argomento (vedi altri articoli correlati), rivolge agli «Illustri Sindaco Buzzanca e Assessore alla mobilità Melino Capone. Dopo tre anni di incontri con voi e con i vertici Atm – afferma – “ A.A.A. cercasi autobus disperatamente” rimane lo slogan rivendicato dai residenti dei 48 villaggi che costellano Messina. Quella di una lettera sui mezzi di informazione – scrive il consiglieri Feminò – è l’ultima strada per avere pubblicamente delle risposte concrete che da Consigliere Circoscrizionale non ho mai avuto né tantomeno potuto dare ai cittadini in merito al vergognoso deficit del trasporto pubblico, che declassa Messina a città di quart’ordine e la relega agli ultimi posti fra le città migliori in termini di vivibilità nelle classifiche delle testate giornalistiche nazionali. Il diritto allo studio e al lavoro garantiti dalla Costituzione per migliaia di studenti e lavoratori messinesi è ormai solo un miraggio, a causa dell’impossibilità di usufruire dignitosamente di un mezzo pubblico».
Il rappresentante della VI circoscrizione, tra i quartieri quello territorialmente più esteso, è un fiume in piena. Parla in prima persona, sia come rappresentante di una classe politica di cui si sente però sempre meno parte, sia come portavoce di un’intera comunità, quella di Salice, dove per lunghi periodi non si vede l’ombra di un autobus. Condizione, quest’ultima, che certo non riguarda solo il centro collinare dell’ “ultimo” quartiere, ma anche tante altre zone della città.
«Proprio in questi giorni – continua – osservando in prima persona (come per dovere dovremmo fare noi amministratori, senza chiuderci nei Palazzi) tanti utenti tornare a casa a piedi, esasperati nel vedere negati i propri diritti, ho constatato quanto ai loro occhi gli amministratori ai piani alti sono lontani dalla vita vera della gente comune. Ebbene, illustri Sindaco e Assessore, in questi tre anni tanti lavoratori, legati per lo spostamento in città al solo mezzo pubblico, hanno rischiato di perdere il posto di lavoro per i continui ritardi e sono stati vittime di umilianti giustificazioni da trovare per garantirsi un diritto che permette loro a fine mese di portare avanti la famiglia. Altrettanti studenti hanno portato a casa note di demerito per i ritardi e le assenze, che hanno inficiato la carriera scolastica degli alunni meritevoli…è paradossale essere portati giornalmente davanti al dirigente scolastico, non per un comportamento scorretto, ma perché “Non ci sono autobus!”»
Il consigliere Feminò passa dunque in rassegna il lungo elenco di promesse, mancate, che l’amministrazione, in questi anni, ha rivolto ai cittadini, vittime di una «politica degli annunci» di cui però il rappresentante circoscrizionale afferma di non volere essere più complice: da ottobre 2008 si è passato al marzo 2009, al centro del dibattito il prossimo arrivano di 31 autobus dalla Svizzera che sulle strade messinese non ci hanno mai però messo ruota. Poi la speranza, anch’essa vana, di poter rimettere in circolazione 70 macchine che sarebbero state riparate da ditte specializzate esterne. Fino a quella di qualche giorno fa (vedi correlato) di cui a breve capiremo la natura, se vera o inventata.
«Illustri Autorità – conclude Giusy Feminò – mi permetto con umiltà di porvi alcuni quesiti fondamentali, ai quali sono certa risponderete: in una città candidata ad essere la città del Ponte Sullo Stretto, candidata quindi ad avere una tale infrastruttura, come può essere possibile che degli Amministratori attenti alle esigenze dei cittadini, non ritengano prioritario intervenire definitivamente e in tempi brevi su questo male che assieme a molti altri affligge la “dama Messina”? Come possono passare in secondo piano i soli 30 autobus che collegano la grande periferia (per questo motivo ghettizzata) con il centro città? Come non ci si può interrogare e provare rossore sul volto sapendo che quei pochi bus su cui viaggia gli utenti, sono fatiscenti e usurati e mettono a rischio la loro incolumità? Certa di Vostro cortese riscontro, mediante stesso mezzo, porgo distinti saluti».