«Si trovi a Messina un sito dove realizzare un termovalorizzatore». A rilanciare la questione è Antonio Fazio, consigliere comunale del Pdl. D’altronde il 30 ottobre di un anno fa il consiglio comunale si era pronunciato in maniera chiara, approvando una delibera di indirizzo per l’immediata individuazione di uno o più siti all’interno dell’ambito territoriale del Comune di Messina potenzialmente idonei alla realizzazione di un termovalorizzatore. In quella occasione, ricorda Fazio, «è emerso che l’utilizzo da parte del Comune di Messina di un termovalorizzatore nel comune di Paternò, così come previsto nel piano rifiuti del 2002, non farebbe venir meno, anzi probabilmente aggraverebbe, i costi del conferimento dei rifiuti. La realizzazione di un termovalorizzatore nel Comune di Messina, invece, non solo, di fatto, azzererebbe i costi di conferimento, ma anche determinerebbe produzione di energia con bassi livelli di inquinamento».
Ma perché tirare fuori nuovamente, a distanza di un anno, l’affaire termovalorizzatore? Il momento è propizio, secondo Fazio, il quale ricorda che la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite nel ciclo dei rifiuti, presieduta da Gaetano Pecorella, a conclusione della sua visita del settembre 2009 dichiarava che “in Sicilia c’è un’emergenza rifiuti significativa”, prefigurando che, presto, la situazione sarà come quella di Napoli nel periodo fine 2007 inizio 2008. Il 20 ottobre, poi, il presidente della Regione Raffaele Lombardo ha relazionato all’Ars, comunicando di aver affidato ad una commissione tecnico scientifica il compito di aggiornare il piano rifiuti della Regione, datato 2002. Commissione che avrà a disposizione 45 giorni di tempo per avanzare le sue proposte di modifica ed in particolare si esprimerà sul numero, le caratteristiche e la localizzazione geografica degli impianti di smaltimento industriale, i cosiddetti termovalorizzatori.
Quale occasione migliore, dunque? «La città di Messina – afferma Fazio – pur non attraversando, al momento, una fase emergenziale, paga un costo elevatissimo per l’igiene pubblica cittadina, pari a circa 37 milioni di euro l’anno. Il costo del solo conferimento in discarica oggi ammonta, inclusi i costi di trasporto, manutenzione mezzi, autostrada ecc. a 110 euro a tonnellata e, tenuto conto che vengono conferiti in discarica mediamente 280 tonnellate di rifiuti al giorno, attualmente il costo annuo che la città di Messina sostiene per lo smaltimento Rsu è pari a 11 milioni di euro». Il risparmio con la realizzazione di un termovalorizzatore «non sarebbe riscontrabile soltanto per le casse comunali – spiega Fazio – ma anche per gli stessi utenti che si vedrebbero abbassare le tasse relative allo smaltimento dei rifiuti, anche in considerazione del fatto che, a detta anche del collegio dei Revisori dei conti del Comune, non è più procrastinabile il passaggio dalla Tarsu alla Tia». Evenienza, questa, che «potrebbe far lievitare ancor di più gli importi dovuti dai cittadini messinesi».
Per Fazio bisogna agire subito, per questo chiede alla Regione di «far inserire, all’interno del redigendo aggiornamento del Piano Rifiuti, l’individuazione di un sito all’interno dell’ambito territoriale del Comune di Messina per la realizzazione di un termovalorizzatore, così come deliberato dal consiglio comunale».