Obama rivuole i soldi dati alle banche

Ricordate quello che è successo pochi mesi fa?

Fiumi di denaro sono usciti dalle casse degli Stati occidentali e si sono riversati in quelle delle banche.

Ci è stato detto: E’ l’unica strada che ci resta per salvare il mondo!

Se, sommerse dai crediti inesigibili, saltano le banche affonda tutto il sistema industriale e, con esso, il benessere diffuso conquistato in decenni di mercato e cresciuto esponenzialmente con la gloriosa globalizzazione!

I disoccupati diverranno decine di milioni!

Tutto vero, per carità.

Ma il fatto che fosse tutto vero, che si dovessero assolutamente salvare i grandi gruppi finanziari, che la gente comune dovesse tirare la cinghia, imparare a consumare poco e in modo selettivo e, infine, risparmiare, non voleva affatto dire che, passata la paura, tutto dovesse riprendere come se nulla fosse accaduto.

Invece, al primo incerto accenno di ripresa, la finanza ha ripreso, imperturbabile, a emettere prodotti a rischio e a offrirli sul mercato.

Non solo, le grandi banche hanno ricominciato a distribuire miliardi di utili e, soprattutto, a pagare bonus e compensi miliardari ad amministratori, supermanager e consulenti vari.

Demagogia? Forse si.

Ma il Presidente nero, invece, vuole adesso presentare il conto ai responsabili della crisi.

Affermazioni velleitarie? Forse si: il Congresso, dominato dalle lobby dei grandi gruppi industriali e finanziari, glielo impedirà.

Ma lui, almeno, ci prova.

E da noi?

D’accordo, il nostro sistema bancario si è dimostrato più solido di quello della grande maggioranza del resto del mondo occidentale.

D’accordo, i Tremonti bond li hanno sottoscritti in pochi e per importi piuttosto esigui.

Ma, se è pur vero che i disoccupati italiani sono solo pochi milioni, al di sotto della media europea, questa la crescita dell’ottimismo vuol dire che, in fondo, non è successo nulla?.

Vuol dire che ci si può permettere di proporre una forte riduzione delle aliquote fiscali più elevate – quelle che colpiscono i redditi superiori a 100 mila euro – meno dell’1% del totale dei contribuenti – senza che il 99% si incazzi?

In un Paese in cui il salario netto medio è di 21.374 $ (circa 16 mila €) cioè il 44% in meno di quello di un inglese, il 32% meno di un irlandese, il 28 % in meno di un tedesco.

Peggio, in un Paese nel quale i compensi dei manager e degli amministratori dei grandi istituti bancari sono anche un centinaio di volte superiori a quelli medi.

In un Paese nel quale i signori politici e i dirigenti delle grandi imprese pubbliche e private non hanno avuto il buon gusto di abbassare i loro lauti stipendi, chiedendo invece ai disoccupati e ai salariati che non arrivano alla terza settimana di avere pazienza, tirare la cinghia e guardare con ottimismo al futuro.

In un Paese in cui la così detta sinistra tace o pensa solo ad attaccare Berlusconi sulla Giustizia o sul conflitto d’interessi, senza fare il suo mestiere di Sinistra che deve tutelare i deboli

E non si rende conto che dovrebbe, per esempio, rispondere alla sparata del Governo chiedendo un’aliquota dell’80% sui redditi superiori ai 300 mila euro.

Sarà anche vero che Obama non ce la farà a farsi rendere i soldi dai banchieri, ma di fronte alla nostra sinistra fa la figura di un gigante.