Palazzo Zanca, il gruppo Briguglio non si arrende: tutti i dubbi sul nuovo collegio dei revisori

E’ un duello fatto di carte bollate, leggi, interpretazioni, colpi bassi e cavilli. Poco importa chi l’abbia innescata, certo è che col pasticcio dei revisori dei conti il Comune si è infilato in un pantano dal quale potrebbe essere difficile tirarsi fuori. Vi risparmiamo le puntate precedenti, di nuovo c’è il gruppo politico di Palazzo Zanca che fa riferimento a Carmelo Briguglio, il trio formato da Nello Pergolizzi, Claudio Canfora e il neo acquisto Pippo Trischitta, non ne vuol sapere di tirare i remi in barca e passa al contrattacco, come preannunciato già nel corso della seduta fiume della notte tra il 27 e il 28 maggio, quando dopo 14 ore il consiglio comunale elesse il nuovo collegio dei revisori.

Nel mirino Roberto Aricò, neo presidente, uomo indicato direttamente dal sindaco Giuseppe Buzzanca e dall’assessore al Bilancio Orazio Miloro, autore del ricorso in virtù del quale il primo collegio era stato sospeso dal Tar. Pergolizzi, Trischitta e Canfora investono dei loro dubbi sulla sua presunta ineleggibilità e incompatibilità sia il sindaco, sia il neo segretario generale Santo Alligo, sia la Procura della Corte dei Conti.

I “brigugliani” citano la legge che già avevano tirato fuori durante la lunga notte dei revisori, la legge regionale n. 22 del 28 marzo 1995: «Non possono ricoprire gli incarichi di cui alla presente coloro che si trovano in conflitto di interesse con riferimento agli incarichi stessi e in particolare coloro che abbiano contenzioso civili o amministrativi pendenti nei confronti dell’ente interessato alla nomina». Specificando che un parere dell’ufficio legale della Regione aggiunge che «la problematica posta riguarda la sussistenza o meno dell’indipendenza del revisore e della autonomia dello stesso rispetto agli organi di gestione e governo dell’Ente camerale, al fine di evitare il realizzarsi di un conflitto di interessi». Conflitto che si manifesterebbe «nel caso di pendenza di contenziosi civili ed amministrativi con l’ente interessato alla nomina».

Secondo Pergolizzi, Trischitta e Canfora quest’ultimo è proprio il caso di Aricò, il quale «ha in atto un giudizio pendente presso la Sezione del Tar di Catania contro il Comune di Messina». Quel contenzioso che ha portato, di fatto, a questa situazione. I tre si rivolgono sia al sindaco che al segretario generale, chiedendo «se non si riscontrino ulteriori profili di ineleggibilità e/o incompatibilità, o quanto meno di forte inopportunità, che un componente chiamato ad esercitare le funzioni di revisore abbia un contenzioso amministrativo pendente e se ciò non potrebbe configurare un inaccettabile condizionamento della stessa attività che lo stesso è chiamato a svolgere». Inoltre ai nuovi revisori dovrà essere richiesta un’autocertificazione che attesti il possesso di alcuni requisiti, tra i quali l’iscrizione alla sezione “A” dell’albo unico “Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti contabili”.

Ma ci sarebbe dell’altro: «Non risulta sia stata disposta una procedura di avviso pubblico per la ricerca degli aspiranti (ad esempio la pubblicazione sui quotidiani a diffusione locale o la comunicazione agli ordini professionali interessati)». Passaggio formale che, però, «garantisce una maggiore indipendenza nella nomina, piuttosto che rimettere ad un rapporto assolutamente ed esclusivamente fiduciario l’attribuzione dell’incarico». Così come un altro passaggio formale non sarebbe stato consumato, in quanto nella delibera «non sono previsti termini per la notifica della delibera di incarico a componente del Collegio dei Revisori dei Conti e per l’accettazione della nomina». Collegio dei Revisori che, per inciso, proprio oggi si presenterà a Palazzo Zanca per l’accettazione della nomina.