C’è tempo fino al 31 maggio per deliberare il bilancio di previsione del Comune, grazie alla proroga concessa con apposito decreto dal ministro degli Interni Roberto Maroni. Ma l’intenzione dell’amministrazione, stando alle parole dell’assessore alle Politiche finanziarie Orazio Miloro, è di non arrivare al fotofinish e, soprattutto, di evitare la “conta” in aula, anche perché i numeri, visti i precedenti, non stanno dalla parte del centrodestra. «Stiamo lavorando ad un percorso il più possibile condiviso», afferma Miloro uscendo dalla saletta commissioni di Palazzo Zanca, dove oggi si è confrontato con i capigruppo del consiglio sulle linee guida del bilancio. L’obiettivo è arrivare al voto d’aula con il più ampio consenso ottenibile in tempi di magra come questi.
Le linee guida, dicevamo. Quelle, per la verità, le ha dettate con un certo anticipo e con grande precisione la Corte dei Conti, con la sua deliberazione del 19 novembre scorso piombata a dicembre in consiglio. E’ la delibera che impone, al Comune, «l’immediata adozione di provvedimenti idonei a ripristinare gli equilibri di bilancio», ponendo alcuni paletti, su tutti il contenimento della spesa, l’accelerazione della riscossione delle entrate, il reperimento di risorse per i debiti fuori bilancio, anche attraverso la dismissione degli immobili, e la “scrematura” delle società partecipate.
Quest’ultimo punto è focale: il consiglio chiederà all’amministrazione di tagliare il costosissimo cordone con quelle società che non producono, evidentemente, alcuna utilità per il Comune. Non trapelano nomi, ma l’impressione è che aziende come la Innovabic, la Nettuno, la Sogepat, la Messina Sviluppo potrebbero presto non avere più il Comune come socio. Difficile, invece, che “salti” la Polisportiva, dopo la nomina del nuovo Cda e l’intenzione manifestata dal sindaco Buzzanca di affidare alla società la gestione degli stadi cittadini. Alle partecipate che rimarranno verranno dati input precisi, con una politica di grande rigore su gestione del personale, straordinari, benefit a dirigenti e amministratori, spese di rappresentanza, bilanci consolidati.
Sul piano di dismissione il discorso è più ampio. Si sta ragionando sulla possibilità di aggiungere nuovi immobili da alienare, come i beni non trasferiti all’Amam, e parallelamente sulla sdemanializzazione del patrimonio di Autorità portuale e Demanio, oggi in concessione. L’intenzione è anche quella di recuperare alcuni immobili, come quelli concessi gratuitamente alla Ausl 5 e all’Istituto Nautico “Caio Duilio”. Altre voci delicate sono quella del recupero dei crediti, dai canoni di fitto delle case popolari all’Ici sulle proprietà dell’Iacp, passando per il condono fiscale già all’esame del consiglio, e quella della finanza derivata, vero punto debole della struttura finanziaria comunale.
Il confronto tra consiglio e amministrazione si è svolto anche sulla riorganizzazione dei dipartimenti di Palazzo Zanca: in particolare viene chiesto alla giunta di evitare di affidare incarichi “ad interim” a chi già gestisce più di un dipartimento. Interessante, a questo proposito, un punto che potrebbe creare discordia: l’annullamento della delibera di giunta del 23 gennaio scorso con il quale si aumentavano i compensi del nucleo di valutazione. Il consiglio intenderebbe chiederlo, vedremo come agirà l’amministrazione.