Partecipate Provincia. Bisignano: «Da gennaio avvio dell’iter deliberativo»

Non è l’ultima -chiamata- della Corte dei Conti che ha dato prontezza delle difficoltà che la Provincia di Messina, sul piano finanziario e non solo, si trova ad affrontare. Uno di questi -buchi neri- è rappresentato dalle partecipate. Fratture presenti da anni, principalmente sorte per l’assoluta trascuratezza dell’argomento. Mancanze alle quali ha cercato di rimediare l’assessore al ramo attualmente in carica, Michele Bisignano, attraverso uno screening delle realtà collegate all’Ente (nell’approfondimento l’elenco).

La delibera trasmessa qualche giorno fa dalla sezione di controllo della Regione Siciliana della Corte a palazzo dei Leoni (vedi correlato in basso), fa emergere un quadro che non lascia spazio ad interpretazioni. L’organo ha riscontrato infatti, sulla base della relazione dei revisori dei Conti, -la mancata elaborazione del piano ricognitorio delle partecipazioni possedute e la presenza di disavanzi degli organismi partecipati-. Una realtà già conosciuta dall’Amministrazione provinciale, che ha replicato spiegando che -effettivamente non è stata completata l’elaborazione del piano ricognitorio, ma essendo stato effettuato il necessario lavoro preparatorio, si ritiene che l’iter deliberativo potrebbe essere finito in tempi brevi-.

La Corte ha chiesto formali comunicazioni in ordine all’adozione delle necessarie misure correttive entro novanta giorni. Un termine che Bisignano ritiene di potere rispettare. «Fino ad oggi ha regnato la confusione più assoluta. Questa Amministrazione ha proceduto provando a fare un quadro della situazione il più completo possibile, una visione d’insieme». Nello specifico si è cercato di capire quante e quali sono (e sono state) le partecipazioni, la situazione economica di queste società e in che misura l’Ente ha contribuito per ciò che riguarda i singoli capitali sociali.

Bisignano ha spiegato che per portare a termine questo lavoro, sono stati riscontrate due difficoltà sostanziali. La prima riguarda l’organizzazione dell’ufficio in virtù di una carenza organica: «Si tratta di una struttura composta da due sole unità, mentre nell’Ente esistono altri dipartimenti sovradimensionati – commenta l’assessore -. E’ un aspetto su cui dovremo intervenire attraverso quel processo di reimpostazione della macchina amministrativa sulla base alle nuove attribuzioni riservate alle Province dal codice per le autonomie». La seconda ha riguardato invece ostacoli nella ricerca della documentazione: «non essendoci stata attenzione per anni, molte carte sono andate smarrite tra i vari dipartimenti. Ci sono perfino realtà alle quali l’Ente ha partecipato ma non è stata riscontrata alcuna traccia all’interno del palazzo».

La “missione” finale è ovviamente rivolta alla razionalizzazione dei costi che gravano fortemente sulle casse di palazzo dei Leoni. Per questo l’obiettivo è di uscire dalle società che non hanno portato vantaggi alla Provincia o al territorio nel rapporto tra le spese affrontate e i servizi prodotti da queste società. «Faremo una valutazione cercando di capire quali di queste partecipate potranno essere strategiche per le nuove funzioni attribuite all’Ente e quali possono tornare utile sulla base del programma del presidente». Una scrematura che parzialmente verrà da sé, considerando quelle società che non hanno comunicato alcuna informazione alla Provincia e quelle sulle quali è stato impossibile esercitare un controllo a causa dei continui commissariamenti che hanno di fatto “espropriato” il ruolo dei soci.

Tecnicamente, al di là della trasmissione della “risposta” alla Corte dei Conti, si dovrebbe procedere con l’approvazione di una delibera che servirà come atto di indirizzo generale sulle decisioni da prendere, alla quale dovrebbero fare seguito i singoli atti che, passando dal consiglio provinciale, sancirebbero le singole fuoriuscite dalle società ritenute “inutili”. «Conto di inviare all’aula la prima delibera entro la prima decade di gennaio – afferma Bisignano – mentre tutto il processo si dovrà completare entro il 31 dicembre del 2010. L’intenzione è di dotarci di supporti tecnici-giuridici per fare in modo che le decisioni prese non siano esclusivamente di carattere politico e che le “dismissioni” siano il meno lesive possibile per l’Ente».