Pippo Rao, la sinistra e la gente comune

Rileggo la lettera della signora Giovanna, pubblicata ieri da Tempostretto, e i commenti che l’hanno seguita.

La signora Giovanna dice di avere 70 anni, di vivere a Villaggio Aldisio, di avere tre figli e pochi soldi.

Ricorda con nostalgia il vecchio PCI, che chiama -il Partito-.

La sua idea di sinistra – anzi, di Sinistra, come la chiama – è quella di una forza politica che, per scelta ideale e ideologica difende sempre e comunque i poveri.

In questa forza politica – a torto o a ragione – la signora Giovanna nutriva un’incrollabile fiducia.

Oggi ha forti dubbi.

Non credo che il nucleo della storia sia se si chiama Giovanna o Giovanni, se vive a Villaggio Aldisio o a Camaro, se ha tre figli o meno.

Così come non mi sembra abbia molta importanza se, all’origine dei suoi dubbi, vi sia il Ponte e la marcia della gauche caviar o le ronde o la schedatura dei Rom o l’aumento dell’IVA sulle trasmissioni di Sky.

Il cuore del problema è che, da alcuni anni, la sinistra ha adottato iniziative politiche molto lontane dai veri problemi della gente comune. Tradendo la sua -mission- storica, per dirla con un termine oggi di moda.

Non si può svilire questo tema – vissuto, a volte drammaticamente, da milioni di Italiani – con un si o un no al Ponte.

O con un attacco all’attuale leadership del PD messinese.

Magari bastasse dire No al Ponte o prendersela con Francantonio Genovese per ritrovare le originarie pulsioni ideali a favore di –chi è socialmente più debole-.

Fattore che, a mio modesto parere, dovrebbe ancor oggi caratterizzare la politica della Sinistra.

In realtà, come mostrato da quasi tutti i commenti – alcuni straordinari nella loro acutezza e sinteticità – alla lettera a Rao, lo scollamento tra la sinistra e il suo elettorato tradizionale si accompagna ad una generale sfiducia nella capacità della politica a rispondere ai bisogni della gente.

Da qui il successo di leader (Berlusconi, Bossi, Di Pietro) che hanno saputo differenziarsi dai professionisti della politica. Ormai poco credibili.

Credo anche che una lettera simile – ma rivolta alla destra – possa essere scritta da tanti Messinesi di genuina fede liberale.

Vedremo se ci sarà, che so … un sig. Enzo che lo farà.

Nel contesto politico locale, culturalmente povero, una donna in condizioni economiche e sociali drammatiche, ma di forti e radicate convinzioni politiche, vede vacillare la sua fede e si rivolge a Pippo Rao dicendogli, angosciata: –Voglio ancora credere in te e nei miei antichi e cari ideali, ma dimmi come pensi di aiutare me e le migliaia di altre persone come me?-.

Rispondere –Il Ponte non è una priorità– mi sembra un po’ poco.