La Corte dei Conti “chiama” la Provincia di Messina. La sezione di controllo per la Regione Sicilia, nell’adunanza dello scorso 11 novembre composta dai magistrati Rita Arrigoni (presidente), Ignazio Faso e Francesco Targia, ha disposto l’acquisizione di formali comunicazioni in ordine all’adozione delle necessarie misure correttive che, ai fini della vigilanza di corretto adempimento previsto dall’art.1, comma 168 della legge 23 dicembre 2005, n.266 (Legge Finanziaria 2006), dovranno essere trasmesse entro 90 giorni dal ricevimento della pronuncia. Due i nodi principali, -stretti- da anni: Partecipate e debiti fuori bilancio. Due le delibere inviate a Palazzo dei Leoni.
LA DELIBERA 106. La Corte dei Conti fa riferimento alla relazione sul rendiconto dell’esercizio 2007 redatta dagli organi di revisione economico/finanziaria dell’Ente, dall’esame della quale, secondo la sezione di Palermo emerge: un incremento della spesa per il personale tale da incidere sul rispetto dei limiti previsti dalla legge n.296 del 2006. Con riferimento agli organismi partecipati, il mancato rispetto della stessa legge per ciò che concerne la corresponsione degli emolumenti in favore degli amministratori degli enti locali componenti di organi di amministrazione di società partecipate dallo stesso ente, con un preciso riferimento ad emolumenti che sarebbero stati percepiti dal Centro ricerche atmosferiche e fisiche dell’Ambiente e dal consiglio Apem. Poi la mancata elaborazione del piano ricognitorio delle partecipazioni possedute e la presenza di disavanzi degli organismi partecipati. Inoltre riscontrata la presenza di debiti fuori bilancio, anche per l’anno 2007, per “importi significativi”.
LA DELIBERA 105. Questa delibera riguarda invece la relazione del Collegio dei Revisori sul bilancio di previsione dell’esercizio 2009, l’ultimo approvato. In questo caso la Corte dei Conti sottolinea la sussistenza di profili di criticità tali da poter incidere sugli equilibri di bilancio. Il riferimento è, in particolare, all’elevato ammontare di debiti fuori bilancio, al previsto disavanzo di competenza, peraltro rilevato anche nel triennio 2006-2008, nonché alla presenza di disavanzi degli organismi partecipati per importi considerevoli. Rilevata anche la mancata approvazione del programma relativo agli incarichi esterni, previsto dall’art.3, comma 55, della legge Finanziaria del 2008, Così come la mancata approvazione del piano di cui l’art.2 comma 594, della legge n.244 del 2007, che prevede l’adozione da parte degli Enti di piani triennali per l’individuazione di misure finalizzare alla razionalizzazione dell’utilizzo: a) delle dotazioni strumentali, anche informatiche, che corredano le stazioni di lavoro nell’automazione d’ufficio; b) delle autovetture di servizio, attraverso il ricorso, previa verifica di fattibilità, a mezzi alternativi, di trasporto, anche cumulativo; c) dei beni immobili ad uso abitativo o di servizio, con esclusione dei beni infrastrutturali
LE RISPOSTE DELL’ENTE. Con le memorie scritte ed in sede di adunanza i rappresentanti dell’Amministrazione hanno risposto, punto su punto, in merito all’attuale situazione. La voce che preoccupa meno sembra essere quella del personale: «l’incremento della spesa per il personale 2007 – hanno precisato gli amministratori di palazzo dei Leoni – rispetto a quella registrata nell’anno precedente, scaturisce dalla circostanza che nel 2006 la spesa per i buoni pasto è stata notevolmente inferiore rispetto al trend di costo ed a quella dell’anno successivo, avendo attinto a scorte di ticket degli anni precedenti. L’Amministrazione ha operato nel 2007 interventi di razionalizzazione delle strutture amministrative e ha ricalcolato in diminuzione l’ammontare delle risorse destinate alla contrattazione decentrata integrativa per il personale dirigente e non dirigente».
Sui debiti fuori bilancio è stato precisato che «nel 2007 l’ammontare dei debiti fuori bilancio riconosciuti è risultato essere notevolmente inferiore rispetto a quello dell’anno precedente», ma è sulla presunta corresponsione di emolumenti che arriva una risposta ben precisa e diretta: «Da un primo esame degli atti d’Ufficio emerge che non sussistono documenti da cui possa evincersi che il presidente dell’Ente abbia mai percepito emolumenti da parte del Centro ricerche atmosferiche e di fisica dell’ambiente, né da Consiglio Apem (Agenzia per l’Energia Messina), nonostante sia prevista la corresponsione di un gettone di presenza pari a 129,11 euro a seduta. Lo stesso può affermarsi per locali componenti di organi di amministrazione di società partecipate dallo stesso ente».
Sullo squilibrio finanziario del bilancio 2009, i rappresentanti della Provincia hanno spiegato che «è stato coperto mediante l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione degli esercizi precedenti pari a 13.564.415,39 euro dal quale occorre detrarre la quota di avanzo vincolato e quella per il finanziamento di spese d’investimento, con la conseguenza che solo una parte pari a 4.573.480,94 viene utilizzata per spese correnti non ripetitive (spese legali e debiti fuori bilancio)». Mentre sugli incarichi esterni è stato precisato che con deliberazione del consiglio provinciale n.123 dell’8 ottobre 2009, sono stati definiti i criteri generali per l’affidamento degli incarichi esterni ed il relativo regolamento verrà adottato in tempi brevi.
Ammissione sulle Partecipate, con il riconoscimento che «effettivamente non è stata completata l’elaborazione del piano ricognitorio delle partecipazioni possedute, ma essendo stato effettuato il necessario lavoro preparatorio, si ritiene che l’iter deliberativo potrebbe essere finito in tempi brevi». L’assessore al ramo Michele Bisignano infatti, ha nei mesi scorsi ultimato uno screening su tutte le società alle quali l’Ente è legato, pur dovendo riscontrare diverse mancate risposte alle richieste di chiarimento su bilanci, conti e attività delle società stesse. L’obiettivo espresso era ed è quello di “tagliare” le partecipazioni nell’ottica di un rientro delle spese, ovviamente facendo un’analisi in parallelo del rapporto tra qualità dei servizi e costi. Questo processo però, sembra che ultimamente si sia leggermente frenato.
Proprio nei giorni scorsi, sull’argomento Partecipate, era tornato il consigliere provinciale del Partito Democratico, Pippo Rao: «Sono passati vari mesi – ha scritto nell’interrogazione presentata – da quando l’Amministrazione Ricevuto aveva dichiarato di volere mettere in essere un’azione di razionalizzazione e di verifica delle partecipate della Provincia di Messina, con una ventilata ipotesi di fuoriuscita della stessa da quegli enti/carrozzoni che non fornivano utilità concreta per il territorio. Intanto in questi mesi si è assistito al pastrocchio della gestione della vicenda della Multiservizi, sulla Nettuno è calato il silenzio, per Innovabic si è assistito ad un anomalo e debordante atteggiamento della Giunta, mentre si intravede addirittura la possibilità che la Provincia di Messina venga coinvolta in altre avventure».