Se non è una stroncatura in pieno, poco ci manca. Il consiglio della IV circoscrizione, presieduto da Francesco Quero, “boccia”, di fatto, il progetto della Stu sul Tirone, con una delibera, approvata all’unanimità il 5 ottobre scorso, nella quale si avanzano «proposte di modifica» piuttosto sostanziali. L’interesse del quartiere alla riqualificazione del Tirone non è nuovo, anzi. Quero ha ricordato che «esso inizia con il nostro mandato nell’estate del 2008: sono state prodotte segnalazioni su segnalazioni, purtroppo rimaste inevase. Con una delibera abbiamo dato mandato all’amministrazione di bonificare tutta l’area, effettuare la disinfestazione, insomma di tutelare l’igiene pubblica dei residenti. Nulla si è mosso. Come se in attesa di una definitiva riqualificazione quella parte della città e i suoi abitanti non avessero pari dignità». Adesso il consiglio circoscrizionale va oltre, con una delibera votata all’unanimità, senza distinzioni di colore politico.
«Non ci siamo posti nell’analisi di questo progetto da un punto di vista critico per invidia di “qualcuno” che vuol fare, in una città che non fa nulla», ha continuato Quero, secondo il quale si è agito «semplicemente da amministratori di buon senso», con un principio cardine: la tutela dell’interesse pubblico. Nel caso del Tirone, però, «il necessario soddisfacimento degli interessi privati ha fatto venir meno l’interesse pubblico. La progettazione della Stu si è sostituita, di fatto, agli strumenti urbanistici vigenti, peraltro vetusti, forzando la natura degli interventi e alterando gli equilibri necessari tra interessi privati e collettivi». Il presidente del IV quartiere aggiunge che «successivamente alla realizzazione di alcuni interventi previsti la viabilità dell’intero centro città sarà ancor più messa a disagio», mentre va tenuto nella giusta considerazione il fatto che «il viale Italia rientra nel Pai con l’indice di rischio più alto: nelle adiacenze di alcuni interventi previsti c’è un conclamato dissesto idrogeologico». Così la posizione della circoscrizione è chiara: «Vogliamo la riqualificazione del Tirone, anzi, la riteniamo una priorità: così com’è, però, questo progetto va cambiato».
Ecco come. In particolare «riducendo gli impatti volumetrici delle opere in oggetto, in particolare con riferimento al palazzo di 15 piani da adibire ad uffici, dando priorità assoluta agli interventi di riqualificazione urbana del tessuto storico del Tirone (scalinata Sergi e S. Barbara, palazzo degli Elefanti), della piazza del Popolo e alla riapertura della galleria S. Marta». Secondo il quartiere vanno eliminate le costruzioni in viale Italia, in primis il centro commerciale, destinate a verde attrezzato le aree del polo scolastico e del parcheggio, realizzando, eventualmente, quest’ultimo in via degli Angeli. Andrebbe anche richiesto un parere complessivo al Genio Civile e alla Protezione civile, tenendo conto del piano di evacuazione comunale e del Pai, considerando al tempo stesso la possibilità di allargare l’intervento di riqualificazione anche all’antico quartiere settecentesco Avignone.
Tra le preoccupazioni maggiori dei consiglieri c’è l’impatto del progetto sulla viabilità: «Ci sono solo strade piccole – fa notare Armando Hyerace – che non possono sopportare i flussi che inevitabilmente si creerebbero con un centro commerciale, peraltro da realizzare a ridosso di mura cinquecentesche». Antonino Vitanza, che insieme ad Antonio Giannetto accende i riflettori sulla situazione a rischio in cui versa Fondo Stereo, fa notare: «Di solito si tende ad eliminare il traffico dal centro cittadino. Cosa succederà nei pressi del Tirone con un centro commerciale, un palazzo di 15 piani di uffici e tre complessi residenziali?». Il vicepresidente del consiglio, Pietro Caliri, spiega come «questo sia il quartiere dei disagi dei torrenti e dei disagi delle colline prese d’assalto dai costruttori». E’ il caso, si chiedono tutti i consiglieri, di cementificare ancora? Alcune risposte, al quartiere, potrebbero giungere il 28 ottobre prossimo, quando l’assessore allo Sviluppo economico Gianfranco Scoglio, “padre politico” del progetto, riceverà i consiglieri per un confronto che, in prima battuta, si sarebbe dovuto svolgere nel mese di luglio. Meglio tardi che mai.