Quella iniziata oggi è una settimana chiave per le dinamiche politico-amministrative di Palazzo Zanca. Se tutto andrà secondo il percorso tracciato dal sindaco Giuseppe Buzzanca agli esponenti della maggioranza nella riunione di sabato mattina, assisteremo in successione a: la revoca della delibera di elezione del collegio dei revisori dei conti “bocciata” dal Tar, la votazione di quella nuova, sulla base delle indicazioni date proprio dal Tar, e la trasmissione del bilancio di previsione, vistato quasi in tempo reali dai nuovi revisori, agli affari del consiglio, che incardinerà la manovra all’ordine del giorno scongiurando commissariamenti e quant’altro.
Percorso lineare, lungo il quale però non sono pochi gli ostacoli, soprattutto all’interno di un centrodestra da sempre spaccato e che domani arriverà, inevitabilmente, alla resa dei conti. E’ per la “pax”, invece, Paolo Saglimbeni, unico esponente rimasto, nel Pd, della corrente “Trecentosessanta” dopo il trasloco di Marcello Greco in casa Udc. Saglimbeni fu l’unico del suo partito, insieme a Greco, a votare con la maggioranza quel 10 marzo famoso in cui si svolse la prima votazione sui revisori dei conti. Sembra facile prevedere che anche domani l’atteggiamento sarà simile.
«Il sistema di voto sancito dal Tar – afferma Saglimbeni – ha sostanzialmente tolto le castagne dal fuoco a questa maggioranza spaccata per questioni personali e non certamente per il bene della città: martedì assisteremo al solito teatrino, ma alla fine si raccoglieranno i numeri sufficienti delle parti interessate sia per annullare comunque la precedente delibera, con o senza le dimissioni di almeno due dei tre componenti eletti, che per eleggere il futuro collegio».
Ma secondo il consigliere del Pd «sarebbe un peccato non cogliere questa positiva coincidenza per non addivenire ad un accordo bipartisan che riconduca il confronto/scontro dentro la maggioranza, tra questa e l’opposizione o tra consiglio e amministrazione attiva sul terreno della politica. Un accordo politico che, come nella maggior parte delle città italiane, anche siciliane, si basi sul rispetto delle prerogative dell’opposizione, garantendone sistematicamente la presenza di propri rappresentanti, come avevo personalmente proposto nella seduta di insediamento al sindaco Buzzanca, nel collegio dei revisori e in tutti gli organismi di garanzia».
«Potrebbe essere il primo passo – conclude – per affrontare in modo più efficace ed unitario i tanti problemi che assillano una città ormai in stato comatoso e non insistere né con il braccio di ferro in sede giudiziaria né con la caccia alla conta in consiglio: sarebbe deprimente per i vincitori per i vinti e, naturalmente per la città».