Poco meno di due anni fa il commissario Sbordone consegnava a Francantonio Genovese le “chiavi- della città e la fascia tricolore. Oggi, invece, è ancora un commissario a essere protagonista, ma nel senso inverso, ricevendo la fascia e assumendo la guida di Palazzo Zanca. Un passaggio di consegne che ha visto come rappresentante della giunta che non c’è più Antonio Saitta, colui che contese la poltrona di primo cittadino a Buzzanca nel lontano 2003 prima di questa girandola, e che fu al fianco di Genovese nella campagna elettorale del 2005 resa nulla da Cga di Palermo. Vicesindaco in questi ultimi due anni, Saitta ha fatto gli onori di casa ad un Gaspare Sinatra apparso, inizialmente, spaesato, mostrando di soffrire, forse, la sproporzione tra gli incarichi svolti sinora in piccoli comuni di provincia e quello che lo vedrà nei prossimi mesi commissario della terza città siciliana.
«Ha chiesto di incontrare tutti i dipendenti del Comune, ma gli abbiamo spiegato che ci vorrebbe un palazzotto per farceli entrare tutti». Così Saitta, sdrammatizzando un po’, fotografa il primo impatto di Sinatra con Palazzo Zanca. L’ex vicesindaco e il commissario si sono parlati a lungo, ieri ma anche oggi. Scopriamo di cosa.
«Mi ha chiesto – ci dice Saitta – una panoramica sulle questioni più delicate e importanti della città, avendo dichiarato lui stesso di non conoscerle. L’ho informato a 360° sulle situazioni in movimento, sulle progettualità che avevamo posto in essere, sulle problematiche più acute.».
S’è parlato delle municipalizzate?
«Certo, anche perché le municipalizzate sono tra i problemi più complessi».
Lei come agirebbe in questo senso?
«Le mie idee sono espresse nel programma che presentai ai cittadini nel 2003. Sono del parere che le municipalizzate vanno riformate e profondamente modificate».
L’ipotesi di un azzeramento dei cda, con nomina degli attuali presidenti come commissari, è plausibile?
«E’ senz’altro plausibile, ma sono valutazioni che dovrà fare il commissario. Se vorrà tagliare i costi, manderà tutti a casa, se vorrà mantenere una certa legittimità democratica, allora potrà riconfermarli come fece a suo tempo Sbordone. E’ una questione politica, a questo punto, non più tecnica».
A proposito di valutazioni politiche, quali sono, oggi, le strategie del centrosinistra per l’importante stagione che va ad aprirsi?
«Domenica scorsa è nato il Partito democratico, sabato saremo a Milano per questo primo incontro, poi tornati a Messina dovremo riunirci e fare il punto della situazione».
Genovese s’è fatto avanti con la sua candidatura. C’è unanimità intorno a lui, e soprattutto non sarebbe il caso di fare chiarezza subito, nel caso di eventuali elezioni anticipate alla Regione e al Governo?
«Ci sono troppe variabili in campo, in questo momento, e l’eventualità di nuove ulteriori elezioni sono tra queste. Certo, bisognerà fare chiarezza subito, e infatti ho detto che ne riparleremo la settimana prossima, non fra un anno. La candidatura di Genovese viene data da tutti per scontata, ma è chiaro che il centrosinistra, a Messina, non è solo Genovese».