Sinatra mercoledì incontrerà i quartieri. E intanto la politica si divide sul suo operato

Facciamo il punto della situazione. Fuori il direttore generale, il capo di Gabinetto, i vari esperti nominati da Genovese. Ultimatum alle società partecipate, un “count-down- lungo 45 giorni. E ancora, una generale sensazione di precarietà che aleggia a Palazzo Zanca, dove tutti si sentono messi in discussione, e i passaggi di testimone da un ufficio all’altro potrebbero essere più di uno. Insomma, il commissario straordinario Gaspare Sinatra s’è dato da fare, e a conti fatti, tra i pochi organi ancora in grado di “governare-, secondo le proprie aree di competenza, ci sono le sei circoscrizioni, i cui consiglieri e presidenti sono stati gli unici a salvarsi dal terremoto Cga. E proprio con i rappresentanti dei quartieri Sinatra ha voluto organizzare un incontro, che si terrà mercoledì prossimo, 14 novembre, alle 10 presso il salone delle Bandiere. «Un approfondimento sulle questioni più urgenti da affrontare», ma anche un’occasione per sentire la voce del commissario, uomo tutto lavoro-casa (anzi, albergo), che ama parlare poco e agire tanto.

Intanto i suoi atti qualche reazione la stanno suscitando, in città. Le revoche firmate a raffica (che avrebbero suscitato anche la “curiosità- della Polizia giudiziaria, ormai di casa a Palazzo Zanca) e il benservito preannunciato alle partecipate sono azioni «in linea – secondo Giuseppe Buzzanca – con la nuova pagina che scriverà Messina». Il leader provinciale di An approva in pieno l’operato di Sinatra, e torna su quella che, a suo parere, era stata una manovra “clientelare- dell’ex sindaco Genovese. «Quello delle partecipate – afferma – era un problema legato ad un maldestro tentativo di creare meccanismi di consenso clientelare, visto che si parlava di dimissioni dai Cda in cambio di un posto nei semestrali». Buzzanca definisce «maldestra la risposta di Genovese, che ha richiamato in causa i concorsi alla Provincia, che potevano essere banditi, dimenticando poi che tutti i concorsi interni sono stati espletati». Secondo l’ultimo sindaco di centrodestra «il commissario sta agendo bene ponendo fine ad una gestione clientelare insostenibile. Un esempio? Genovese nominò esperto un suo collega di studio, l’avvocato Cami. E’ come se io, in un eventuale incarico istituzionale, nominassi dirigente una mia collega».

«Tutti gli atti devono essere motivati, perché è la legge a dirlo». Antonio Saitta non è proprio sulla stessa linea di Buzzanca, e definisce «contraddittori» gli atti sin qui compiuti da Sinatra. «Non capisco per quali motivazioni ha revocato delle nomine (quelle di Ciraolo e Cardile, ndr) che prima aveva confermato. Se ci sono ragioni tecnico-amministrative, dovremmo conoscerle, sia per una ragione di legittimità che di trasparenza». Poco chiaro, secondo Saitta, anche cosa intenda fare Sinatra con le partecipate. «Ha dato questa scadenza di 45 giorni, che è la “prorogatio- prevista dalla legge. E poi? Cosa farà? Nominerà, come avevo suggerito io, i presidenti attuali quali commissari, o azzererà tutto, sapendo però di non poter fare nomine fiduciarie?». Torna alla mente una delle prime dichiarazioni del commissario, il quale disse che avrebbe fatto solo “ordinaria amministrazione-. «A Messina – afferma Saitta – non esiste l’ordinaria amministrazione. Ormai anche far uscire gli autobus la mattina è divenuto atto straordinario. Tra l’altro il commissario ha giustamente approvato alcune delibere con i poteri del consiglio comunale, atti che non erano certo catalogabili alla voce “varie ed eventuali-. Un commissario dovrebbe garantire neutralità – conclude – se questa dovesse mancare, si potrebbe ricorrere ad azioni politiche verso la Regione, l’istituzione che l’ha nominato».