Occhi puntati sulle dismissioni di immobili del Comune. Aula semideserta, spalti gremiti ieri sera per la seduta del Consiglio che doveva cominciare a vagliare gli emendamenti al documento programmatico triennale delle opere pubbliche. Non molti i consiglieri presenti, folto, invece, il gruppo di cittadini direttamente interessati, intervenuto ai lavori per seguire passo passo il dibattito. Come da previsioni, infatti, il primo emendamento in discussione riguardava la dismissione di alcuni immobili di proprietà del Comune. Un modo come un altro per fare cassa. Si dà il caso, però, che alcuni di questi immobili siano condomini (“Città nuova-, “Zancle- e “Sicim-), destinati dallo stesso Comune negli anni ottanta a famiglie sfrattate. Adesso l’intenzione è di vendere gli appartamenti agli stessi inquilini, che diverrebbero da locatari proprietari. Il prezzo stabilito per la vendita è vantaggioso, in media 1000 euro a metro quadro, ma ciononostante forti dubbi gravano sulla effettiva possibilità da parte degli inquilini di disporre delle somme necessarie all’acquisto. E se non fossero in grado di comprare, cosa succederebbe? Su questo punto si è appuntato il dibattito, con gli interventi dei consiglieri di maggioranza Nino Urso, Maurizio Rella, Francesco Curcio, Giuseppe Capurro, accompagnati da scrosci di applausi dagli spalti. Si chiede all’assessore Antonio Saitta il rispetto degli impegni presi in commissione bilancio, riguardanti la tutela specie delle famiglie già a canone sociale, in quanto riconosciute come prive di mezzi. Alla fine la seduta è stata sciolta per mancanza del numero legale sulla votazione dell’emendamento. L’iter consiliare del piano, appena all’inizio, si prospetta dunque lungo e faticoso. Gli emendamenti al programma sono ben 67, proposti da maggioranza e opposizione. La seconda seduta è prevista per oggi alle 17,30. Intanto si allontana la discussione del bilancio preventivo 2007, visto che non potrà iniziare prima dell’approvazione del piano triennale. Una brutta gatta da pelare per il commissario Giuseppe Petralia, giunto da appena due giorni in città. Sarà costretto a fare la voce grossa?