«L’indignazione è certamente il sentimento che predomina maggiormente in chi ha la consapevolezza che le proprie tasse vengono spesso destinate per interventi di recupero di strutture pubbliche che, però, alla fine si rivelano quasi sempre fallimentari». E’ durissimo il commento di Libero Gioveni (nella foto), consigliere della III circoscrizione del Pd, a margine di un dettagliato dossier sullo stato in cui versa Villa Dante. Uno dei pochi polmoni verdi di una città -soffocante-, «per la cui riqualificazione l’Amministrazione ha speso ben 800 mila euro ma che, attualmente, si trova in uno stato a dir poco pietoso».
Gioveni affida ad un dettagliato dossier le sue considerazioni, un elenco di quelli che lui chiama «obbrobri». Si parte dal centro sociale per anziani, che «è ormai diventato una vittima sacrificale dei vandali: vetri delle finestrelle dei bagni totalmente in frantumi, porte distrutte (e poi ripristinate solo per la buona volontà dei dipendenti comunali in servizio nel centro), scritte e disegni sulla facciata perimetrale della struttura ecc.». Poi il campo da calcetto: «non ancora inaugurato, sembra piuttosto un campo da….”guerra” con le sue porte abbattute, le reti strappate e la sua recinzione perimetrale in più punti divelta». E ancora «le aiuole e i prati si presentano con le erbacce alte e incolte, e gli alberi (specie quelli che delimitano la pista da ballo per gli anziani) necessitano di urgenti interventi di potatura».
Gioveni prosegue con «le vasche che, a seguito di questi interventi, risultano adesso coperte, presentano delle pericolose “insidie” per i frequentatori della villa, costituite da alcuni tubolari sporgenti e dai marmi perimetrali delle stesse vasche che fuoriescono dal materiale inerte utilizzato per il riempimento». Inoltre «alcuni lampioni si presentano rotti o mancanti delle necessarie plafoniere», «la staccionata in legno che delimita i sentieri di camminamento risulta in più punti movibile o barcollante». A questo va aggiunto che «mancano del tutto i giochi per bambini (scivoli, altalene ecc.), che erano stati tolti in fase di avvio dei lavori ma che ancora non sono stati riposti», e nonostante le iniziali rassicurazioni «non c’è assolutamente traccia del sistema di video-sorveglianza previsto nell’appalto, mai come ora necessario proprio per via dei frequenti atti vandalici all’interno della villa».
A conclusione di questo quadro alquanto impietoso, Gioveni pone un interrogativo sia al sindaco Buzzanca che agli assessori Amata (Arredo urbano) e Capone (Lavoro): «se da un lato i cinque dipendenti ex LSU stabilizzati dall’Ato3 che operano all’interno di villa Dante effettuano un efficacissimo servizio di pulizia, dall’altro c’è da chiedersi: come e in che modo starebbero operando buona parte dei 170 lavoratori del servizio civile presenti giornalmente in folti gruppi all’interno della villa?».