Maria Elena Boschi: “Messina torni ad avere un ruolo politico di primo piano”

“Partiamo da qui, da Roccalumera, perché i fatti hanno un significato. E il significato è che diamo grande importanza ai Comuni, ai territori”. Ad introdurre il sottosegretario Maria Elena Boschi alla convention per la presentazione dei candidati del Pd in vista delle Politiche del 4 marzo è il deputato all’Ars del centrosinistra, Franco De Domenico.

La sala del Main Palace Hotel risulta fin troppo piccola per accogliere la manifestazione che di fatto accende nella riviera jonica messinese l’anomala campagna elettorale. Priva di santini e manifesti murali; di comizi e incontri di piazza. Gli ordini di scuderia sono quelli di far votare un simbolo, “dimenticando” che nel rosatellum, al di là dei listini bloccati, c’è un margine di scelta dei candidati dettato dall’uninominale. “Noi – fa eco l’ex rettore Pietro Navarra – chiediamo di associare ad un simbolo un volto di questo territorio, che vi rappresenterà secondo competenza e credibilità”. L’auditorium è colmo di sindaci, amministratori, rappresentanti dei circoli democratici. Bisogna aspettare un bel po’ prima di sentire parlare la Boschi, regina dell’evento, che continua ad irradiarsi della luce emanata dagli appuntamenti mondiali che a maggio e novembre hanno acceso i riflettori del Pianeta su Taormina in occasione dei G7, con i potenti della terra prima e sulle Pari opportunità dopo, che lo stesso sottosegretario ha seguito sin dalle fasi preparatorie in prima persona. La parola viene data ai candidati Navarra, Cimino, Laccoto, Picciolo e D’Amore (assente Fabio Venezia). C’è il senatore Gianpiero D’Alia: “Il mio intervento non era previsto”, esordisce salutando “l’autorevole collega Boschi”. Ci sono Davide Faraone, il segretario provinciale del partito Starvaggi e il direttore dell’Agenzia giovani Giacomo D’Arrigo. “La presenza del sottosegretario Boschi in un piccolo Comune del nostro comprensorio – commenta D’Arrigo – è un doppio segnale: di attenzione del Pd ai piccoli centri e di attenzione del Governo alla nostra realtà. Dopo aver ottenuto il Patto per il sud, il Masterplan, il bando periferie, la misura resto al sud, l’impegno per il G7, adesso il Pd ha messo in campo una squadra credibile”.

I TEMI DELLA CAMPAGNA ELETTORALE

Tanti i temi sul tavolo di questa breve campagna elettorale vissuta sul territorio. A Roccalumera non c’è spazio per promesse e illusioni. Si parla di provvedimenti adottati dai Governi negli ultimi cinque anni per scongiurare il default e rimettere in carreggiata l’Italia in un preciso contesto europeo. Tra tante, mille difficoltà. Ma si guarda anche al futuro politico di questo territorio, martoriato e per molti versi dimenticato. Tanto vicino quanto lontano dalla Taormina del G7. “Messina – chiosa Beppe Picciolo – deve tornare ad avere un ruolo politico di primo piano, basta con la sudditanza a Catania e Palermo”. Lo stesso Picciolo rivendica “il lavoro svolto da chi proviene da questo territorio e che per esso ha lavorato, risolvendo problemi delicati”. Navarra si accorge della folla quando De Domenico gli passa il microfono: “Dalla prima fila non vedevo quanta gente ci fosse, siamo tanti”. Trasferisce nel dibattito della campagna elettorale la sua esperienza di rettore durata poco più di quattro anni. Parla di un modello che segna il cambio di rotta. Quel cambio di rotta che auspica anche nella politica. “Registriamo nel nostro ateneo un aumento del 25% degli immatricolati – spiega Navarra – che provengono da tutto il mondo, ben 27 Paesi. Abbiamo aumentato gli investimenti al ritmo di 4 milioni al mese e soprattutto all’interno dell’Università abbiamo cambiato la mentalità, mettendo al centro la persona. Alla quale va dato un valore. Questo, e solo questo, vuole essere il mio messaggio per queste elezioni, lontano da proclami e da chi spara promesse che non potranno essere supportate dai fatti”.

Maria Elena Boschi va subito al nocciolo della questione. Parla della sua candidatura in questa terra, della scelta del Pd “di puntare su un mix di candidati espressione locale e di candidati che hanno avuto un ruolo di governo a livello nazionale”. Non manca il riferimento alle lotte intestine all’interno del Pd: “Quella grinta che troviamo nella dialettica interna pratichiamola per battere gli avversari. Si può discutere negli spogliatoi, ma poi in campo ci si deve passare la palla”. Il sottosegretario mette al centro del suo intervento “il lavoro e l’occupazione, soprattutto per i giovani”. Ma parla anche “delle grandi infrastrutture di cui abbiamo bisogno nel Mezzogiorno e dei Piani per il sud, per Messina, dei governi Renzi e Gentiloni, che devono essere rafforzati con un impegno che deve essere portato avanti”. Inevitabile il passaggio sulla “riduzione delle tasse e ripresa dell’economia per creare migliori opportunità, per tutti”. Maria Elena Boschi parla anche del territorio, ma il suo pensiero va oltre il G7, che definisce “un grande successo di tutto il Paese ed una grande opportunità per questa terra”. Parla delle associazioni incontrate ed in particolare di quella (la cui sede sorge a Gaggi) che si occupa di donne vittime di violenza e di tratta. “Credo che la scelta del Pd di unire candidature territoriali con candidature di rappresentanza anche nazionale, dal presidente del Consiglio, a ministri ad altre personalità di livello nazionale del partito – conclude Boschi – serva a creare una maggiore sinergia tra territorio e impegno nazionale per dare ancora più voce alle richieste delle famiglie, delle imprese. Non so se sarò eletta qui o a Bolzano, dove corro nel collegio uninominale. Posso garantire che comunque manterrò un impegno ed un legame con questa terra, perché la campagna elettorale è anche occasione per rappresentare nei prossimi 5 anni le esigenze dei cittadini insieme al resto della squadra del Pd”. Sulla convention cala il sipario. La speranza è che in questo lembo della provincia di Messina non torni il grande deserto pre-elettorale. C’è già chi sente la nostalgia dei volantini, dei manifesti e dell’uninominale classico, quello che stabiliva consensi e simpatie (o antipatie) tra elettore e candidato, che si spendeva per prendere voti. La complicata scheda del Rosatellum ha già indotto qualche leader nazionale in tv a pregare gli elettori a sbarrare solo il simbolo. Anche all’uninominale. Giusto per non sbagliare.

Carmelo Caspanello