Avevano costruito un vero e proprio business sugli aborti, eseguendo operazioni nel loro studio privato e speculando sulla salute delle loro pazienti. Sono pesantissime le accuse per Giovanni Cocivera, dirigente del Reparto di Ginecologia ed Ostetricia del Piemonte-Papardo, e per Giuseppe Luppino, primario del Reparto Anestesia e Rianimazione della stessa Azienda. Stamattina i poliziotti della Squadra Mobile e della Polizia Stradale hanno eseguito i fermi su disposizione della Procura.
Le indagini, coordinate dal Sostituto Marco Accolla e dal Procuratore Giovannella Scaminaci, hanno fatto luce su una storia dai contorni “incredibili”. Secondo quanto emerso, i due medici avrebbero convinto almeno tre pazienti gravide ad abortire nello studio privato di Cocivera, senza che vi fossero i requisiti igenico-sanitari ed ostetrico-ginecologici, in cambio di soldi. Funzionava così. Le ragazze si rivolgevano all'azienda ospedaliera pubblica, entravano in contatto con Cocivera e Luppino e poi, con la scusa che l'iter per un intervento in ospedale sarebbe stato lunghissimo per le code d'attesa e i posti non disponibili, venivano dirottate nello studio privato. Il prezzo richiesto variava dai 750 ai 1200 euro per operazione.
I due medici sono anche accusati di aver sottratto dall'azienda "farmaci destinati ad esclusivo uso ospedaliero" per compiere "illegittimamente, e dietro compenso in denaro, le operazioni di interruzione di gravidanza".
Giovanni Cocivera è stato anche consigliere comunale nel quinquennio 2008-2013 ed il suo nome spiccò tra coloro che fecero ricorso al Tar contro l'elezione del Sindaco Renato Accorinti (leggi qui). (Veronica Crocitti)