Non era la prima volta che i due giovani rapinatori prendevano di mira i caselli autostradali di Tremestieri. Era già accaduto il 3 dicembre dello scorso anno e, più di recente, il 14 ed il 20 gennaio. Ogni volta gli incassi variavano dai 600 ai 1600 euro. Ieri sera hanno tentato di nuovo, ma questa volta ad aspettarli vi erano anche gli agenti della Polizia Stradale. Manette ai polsi per Giovanni Costa, 33enne messinese residente a S. Lucia Sopra Contesse, pluripregiudicato, sul cui capo grava adesso il reato di rapina aggravata. Per il complice, invece, è caccia all’uomo. Gli agenti hanno già identificato il soggetto che, da ieri sera, si è reso completamente irreperibile.
I due ragazzi erano sempre stati meticolosi, avevano sempre utilizzato la stessa tecnica, talvolta anche le stesse scarpe. Ed è proprio grazie a questo dettaglio che si è potuto constatare come Costa non fosse solo l’autore della rapina di ieri ma anche di quelle precedenti. Una perquisizione nella sua abitazione ha poi confermato un altro particolare: uno dei giubbotti grigi trovati in casa corrispondeva esattamente a quello indossato da uno dei due rapinatori ripresi dalle telecamere dei caselli nei precedenti assalti.
“Quello che ieri ha condotto all’arresto in fragranza di Costa era un servizio mirato – ha spiegato stamani il comandante Sergio Iannello, dirigente provinciale della Polstrada – Si è trattato di un grandissimo impegno da parte di tutta la sezione, sia del Comando di Giardini Naxos, sia di quello presente al Boccetta, sia della squadra investigativa interna”.
Dopo le rapine messe a segno a dicembre e gennaio, infatti, la Polstrada aveva improntato dei servizi di appostamento per tutte le sere, in attesa che i due soggetti si ripresentassero. E così è stato. Ieri, intorno alle 20.40, i due sono risaliti da una stradina esterna all’autostrada, direzione Messina-Catania, hanno fermato la Vespa Piaggio su cui viaggiavano, sono scesi, hanno attraversato lo spiazzale, si sono avvicinati ad uno dei caselli, hanno alzato lo sportellino e si sono accaparrati un bottino di 1100 euro. Poco lontano, i poliziotti osservavano la scena pronti ad intervenire. Entrambi erano a volto quasi totalmente coperto e Costa, in particolare, teneva con sé un coltello, poi sequestrato. Il trentatreenne è stato bloccato subito mentre l’altro è riuscito a scappare. La targa del motorino però, già identificata, lo ha tradito. Sembra proprio che il mezzo, infatti, appartenga al complice.
“Siamo soddisfatti del lavoro – ha continuato Iannello – anche perché le nostre ipotesi iniziali hanno trovato conferme”.
L’ipotesi investigativa, infatti, aveva dettato un arco temporale ben preciso in cui di solito avvenivano le rapine, ossia non oltre le 21. “Avevamo intuito che vi era qualcosa oltre le 21 che costringeva i due rapinatori a non operare dopo quell’orario”, ha spiegato ancora Iannello.
Ed in effetti, era così. Giovanni Costa, infatti, è risultato esser sottoposto all’obbligo di dimora, e proprio nella fascia oraria tra le 21 e le 6 di mattina. I suoi precedenti penali riguardano reati specifici, violenza, minaccia o oltraggio a pubblico ufficiale, ricettazione e falso.
Adesso, su disposizione del PM Diego Capece Minutolo, il trentatreenne si trova rinchiuso presso la Casa Circondariale di Gazzi.
Veronica Crocitti