Anna Alfonso, 31 anni, e Leonarda Belfiore, 39 anni, il 29 giugno del 2009 sono state bloccate dai carabinieri perché in casa loro coltivavano 3 piantine di marijuana. Anzi, in giardino: tre rigogliose piante, fiorite, tra il metro e i 60 centimetri.
Il giudice monocratico Eliana Zumbo le ha assolte con formula piena, perché il fatto non sussiste. Coltivare marijuana a casa, infatti, non è reato, neppure se la quantità va oltre il massimo perché sia considerato consumo personale. La sentenza della Corte di Cassazione che ha fissato il principio è abbastanza recente, risale allo scorso anno. E le due messinesi assolte ieri sono tra le prime, in Italia, che ottengono una sentenza assolutoria in base a questo principio, fatto valere in aula dal loro difensore, l'avvocato Marco De Mauro.
In estrema sintesi, la Cassazione ha stabilito infatti che chi coltiva a casa la marijuana, a meno che non impianti su grosse metrature di terreno e non istalli congegni per innaffiarla e darle luce, se cioè non la produce ma la coltiva, non integra gli estremi per i quali la marijuana è reato. Non offende cioè le vegetazioni, e non alimenta lo spaccio della droga. Le due ragazze, che coltivavano le due piantine nel giardino di casa loro, sono quindi perfettamente in regola e la loro fedina penale è rimasta immacolata. (Al.Ser.)